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mercoledì 28 novembre 2018

Piùlibri piùliberi -8: Stelita, una donna coraggiosa; incontro venerdì 7/12


La vita straordinaria di una donna nata in Cile e vissuta nell’Italia fascista, sfuggita ai massacri della dittatura argentina. Il lascito di memoria di una formidabile novantenne, da Valparaíso all’Italia del regime, attraverso la seconda guerra mondiale e l’Argentina peronista degli anni Cinquanta è al centro di Memorie da due mondi, scritto a quattro mani da Manuela Cedarmas e Daniela David.
Le autrici presentano il libro insieme a Riccardo Noury e Anna Maria Giordano venerdì 7 dicembre, alle 17,30 in sala Antares, nell’ambito di Più libri più liberi che si tiene presso il Roma Convention Center La Nuvola, viale Asia 40 (zona Eur).

Di seguito un breve estratto da Memorie da due mondi, sul ruolo della donna durante il Ventennio.

“Durante il fascismo le donne dovevano accontentarsi di vivere secondo lo slogan coniato da Mussolini “obbedire, badare alla casa, mettere al mondo figli e portare le corna”, in sostanza accettare di essere relegate nell’ombra, in un mondo fatto di e per uomini. La donna era e doveva essere “l’angelo del focolare”, madre e procreatrice di sudditi dell’impero. Un ruolo funzionale agli interessi dello Stato, enfatizzato quasi ossessivamente dal regime, che assegnava alle donne una precisa missione nella società. Ogni forma di emancipazione da quel ruolo era del tutto inconcepibile o semplicemente innaturale. La natalità veniva favorita con premi in denaro e agevolazioni economiche per le famiglie più numerose. Le madri con più di sette figli ricevevano la medaglia d’onore, mentre i giovani maschi con più di 25 anni non sposati, in base all’età, dovevano pagare la “tassa sui celibi”. Alla fine degli anni Trenta, nel periodo “imperiale” del regime, cosi si legge in un manuale di igiene: “Lo scopo della vita di ogni donna e il figlio. […] La sua maternità psichica e fisica non ha che questo unico scopo”.