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giovedì 22 novembre 2018

Da Berbenno a PyeongChang, un cammino d’oro: Arianna Fontana in “Oro Bianco”, che sarà presentato a Sondrio il 22/11


“Un conto è diventare un mito dello sport italiano, un altro è trasformarsi in leggenda della disciplina a tutto tondo, maschi compresi. Impresa per pochi eletti, di sicuro per pochissimi campioni azzurri. Ecco, lei, Arianna Fontana da Polaggia di Berbenno, bassa Valtellina, provin­cia di Sondrio, c’è riuscita giusto in uno sport a trazione valtellinese, con centro federale dislocato però da tempo a Coumayeur, in Val d’Aosta (e cento praticanti sì e no a esagerare). Tanto per non farsi mancare qualche chilometro in più. Perché questa è una storia di chilometri: “Ventimila mal contati”, tra l’anno in cui la piccola Arianna frequenta­va la prima media e i Giochi di Torino 2006, quando a 15 anni e 10 mesi diventò, con il bronzo in staffetta, la più gio­vane medagliata azzurra nella storia degli sport invernali, alle Olimpiadi. C’è un perché, oltre alla sua classe naturale e alla voglia di vincere innate: dobbiamo tutti un grazie a Maria Luisa Vedovatti, cuore di mamma, che ha percorso ogni giorno quei 160 chilometri che separano Berbenno da Bormio, in alta Valtellina, dove si allenava la “saetta bion­da”, accompagnando figlia e sogno, contemporaneamen­te. «C’è meno strada da Berbenno a PyeongChang, in Corea, dove il sogno s’è avverato: 18.000 chilometri in linea d’aria», scrive Elisa Chiari su Famiglia Cristiana.
Quante statistiche ha infranto, Fontana, in Corea: a otto anni dal raccontato trionfo di Razzoli a Vancouver 2010, in slalom, ha riportato per prima l’Italia sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi invernali, quattro giorni dopo essere stata portabandiera della spedizione azzurra (seconda atleta della Fisg, è succeduta a Carolina Kostner, Torino 2006) alla Cerimonia inaugurale, esattamente come Deborah Compa­gnoni a Lillehammer ‘94. Sui 500 metri era già stata bronzo in Canada, nel 2010, e argento a Soči, nel 2014. Mancava un solo metallo, il più pregiato, per chiudere il cerchio del­la carriera. Prenderselo significava diventare anche la prima europea della storia a vincere un oro olimpico nello sport di asiatici e nordamericani, e nel format di gara (500 me­tri) dominato dalle cinesi nelle ultime quattro edizioni e in precedenza solo da americane e canadesi, mai da una rap­presentante del Vecchio Continente. Tabù infranto.


Con questo brano, tratto dal libro a quattro mani dei giornalisti Gianmario Bonzi e Dario Ricci dal titolo Oro bianco. Tutti gli olimpionici invernali azzurri, abbiamo voluto ricordare la figura della valtellinese Arianna Fontana e una parte dei suoi successi.

Gli appassionati di neve e ghiaccio non possono perdere la cena con gli autori che si terrà giovedì 22 novembre a PONTE IN VALTELLINA (SO), presso il ristorante Cerere, via Senatore Enrico Guicciardi, 7, ore 20,00. Cena con Gianmario Bonzi e Dario Ricci, autori del libro; evento in collaborazione con il Panathlon Sondrio. Prenotazioni entro il 20/11 telefonando al numero 337/386575 o via mail scrivendo a segreteria@panathlonsondrio.it.