“Un conto è diventare un mito dello sport italiano, un altro è
trasformarsi in leggenda della disciplina a tutto tondo, maschi compresi. Impresa
per pochi eletti, di sicuro per pochissimi campioni azzurri. Ecco, lei, Arianna
Fontana da Polaggia di Berbenno, bassa Valtellina, provincia di Sondrio, c’è
riuscita giusto in uno sport a trazione valtellinese, con centro federale
dislocato però da tempo a Coumayeur, in Val d’Aosta (e cento praticanti sì e no
a esagerare). Tanto per non farsi mancare qualche chilometro in più. Perché
questa è una storia di chilometri: “Ventimila mal contati”, tra l’anno in cui
la piccola Arianna frequentava la prima media e i Giochi di Torino 2006,
quando a 15 anni e 10 mesi diventò, con il bronzo in staffetta, la più giovane
medagliata azzurra nella storia degli sport invernali, alle Olimpiadi. C’è un
perché, oltre alla sua classe naturale e alla voglia di vincere innate:
dobbiamo tutti un grazie a Maria Luisa Vedovatti, cuore di mamma, che ha
percorso ogni giorno quei 160 chilometri che separano Berbenno da Bormio, in
alta Valtellina, dove si allenava la “saetta bionda”, accompagnando figlia e
sogno, contemporaneamente. «C’è meno strada da Berbenno a PyeongChang, in
Corea, dove il sogno s’è avverato: 18.000 chilometri in linea d’aria»,
scrive Elisa Chiari su Famiglia Cristiana.
Quante statistiche ha infranto, Fontana, in Corea: a otto anni dal
raccontato trionfo di Razzoli a Vancouver 2010, in slalom, ha riportato per
prima l’Italia sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi invernali, quattro
giorni dopo essere stata portabandiera della spedizione azzurra (seconda atleta
della Fisg, è succeduta a Carolina Kostner, Torino 2006) alla Cerimonia
inaugurale, esattamente come Deborah Compagnoni a Lillehammer ‘94. Sui 500
metri era già stata bronzo in Canada, nel 2010, e argento a Soči, nel 2014.
Mancava un solo metallo, il più pregiato, per chiudere il cerchio della
carriera. Prenderselo significava diventare anche la prima europea della storia
a vincere un oro olimpico nello sport di asiatici e nordamericani, e nel format
di gara (500 metri) dominato dalle cinesi nelle ultime quattro edizioni e
in precedenza solo da americane e canadesi, mai da una rappresentante del
Vecchio Continente. Tabù infranto.
Con questo brano, tratto dal libro a quattro mani dei giornalisti Gianmario Bonzi e Dario
Ricci dal titolo Oro
bianco. Tutti gli olimpionici invernali azzurri,
abbiamo voluto ricordare la figura della valtellinese Arianna Fontana e una
parte dei suoi successi.
Gli appassionati di neve e ghiaccio non
possono perdere la cena con gli autori che si terrà giovedì 22 novembre a PONTE IN VALTELLINA (SO), presso il ristorante
Cerere, via Senatore Enrico Guicciardi, 7, ore 20,00. Cena con Gianmario
Bonzi e Dario Ricci, autori del libro; evento in collaborazione con il
Panathlon Sondrio. Prenotazioni entro il 20/11 telefonando al numero 337/386575
o via mail scrivendo a segreteria@panathlonsondrio.it.