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sabato 24 novembre 2018

25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settimana di approfondimenti

Un dialogo duro e surreale, tratto da I BASTARDI DI SARAJEVO  di Luca Leone, ci porta nel tunnel dello stupro di guerra.


– … Mi dica…
– … Beh, che vuole che le dica… lo saprà anche lei… di sicuro meglio di me… la guerra non ha risparmiato chi è rimasto…
– Lo immagino…
– Lei non era qui, durante la guerra…? Che so, nel 1992… nel 1993…
– Studiavo negli Stati Uniti. Ma vi seguivo sempre in tv… e qui avevo amici, i miei genitori… almeno all’inizio… sono stato fortunato, che le posso dire…?
– … Fortunato… è vero… ah, Dio solo sa se anche noi avremmo vo­luto andare via…! Ma non avevamo i soldi…
– Capisco…
– … Eravamo prigioniere qui, nel gigantesco zoo che Sarajevo era di­ventata… prigioniere con altre trecentomila persone, tutti in gabbia!
– Capisco…
– No, non credo che lei possa capire… con tutto il rispetto… ma vede, per tornare alla mia Azra…
– Sì…
– … Mia sorella è una delle tante che ha pagato due volte il prezzo salato della guerra, dottore.
– Cioè?
– Negli Stati Uniti non vi spiegavano che qui in Bosnia Erzegovina le donne subivano l’umiliazione dello stupro etnico?
– No… in effetti no… o comunque non l’ho afferrato, non allora, alme­no… mi occupavo d’altro… l’ho scoperto rientrando, tornando a casa…
– Cinquantamila di noi, si dice. Cinquantamila di noi sono state vio­lentate perché di un’altra religione, perché figlie di un altro gruppo nazio­nale, perché figlie di musulmani, come nel nostro caso, improvvisamente diventati nemici di serbi o di cattolici con cui avevamo giocato o studiato e convissuto fino a pochi giorni prima. Perché lei, che è medico… perché lei queste cose non le sa…?
– No no, non ho detto questo… ora le so, oggi le conosco… ma allo­ra… beh, io…