Il
boss dei boss del narcotraffico in tribunale: il 13 novembre si è formalmente
aperto a New York il processo a Joaquín Guzmán, signore della droga messicano
catturato ed estradato negli Stati Uniti dove deve rispondere di 17 gravissimi
capi di accusa, tra straordinarie misure di sicurezza. La storia di El Chapo, con le sue rocambolesche
evasioni e i suoi misfatti, è contenuta, tra l'altro, nel volume Messico in bilico della giornalista
Fausta Speranza, in libreria da alcune settimane. Il testo, arricchito di testimonianze
di vittime delle violenze e di cultura, ricostruisce, tra l'altro, la
geopolitica dei traffici che dall'America Centrale passando per il Messico
arriva negli States ma anche in
Europa, in Africa e di recente in Cina. Dal lavoro della giornalista abbiamo
tratto questo brano, dedicato a El Chapo.
“L’11
luglio 2015 il signore della droga Joaquín El Chapo Guzmán ha compiuto
una spettacolare evasione da un carcere di massima sicurezza messicano. In un
filmato tratto dalle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso, si
sente il forte rumore dei colpi inflitti dai suoi complici mentre scavavano un
tunnel sotto la sua cella poco prima dell’evasione. Il documento video,
trasmesso da Televisa Tv, fa supporre che le guardie che stavano
monitorando le telecamere di sicurezza non si siano accorte del rumore
sospetto: il primo controllo alla cella di El Chapo è infatti avvenuto
solo 26 minuti dopo l’evasione attraverso un buco nella doccia, l’unico angolo
cieco della sua cella. Il governo, subissato di critiche per 67 l’incapacità dimostrata nell’evitare l’evasione, aveva già
mostrato alcune parti dello stesso filmato, che inizia due minuti prima della
sparizione di Guzmán. Il video comincia con El Chapo sdraiato sul letto
della sua cella accanto a una piccola televisione con il volume alzato. Il
rumore di quello che sembra un programma televisivo copre parzialmente il
suono dei forti colpi, causato presumibilmente dai complici che stanno
spaccando il pavimento della doccia. I colpi iniziano circa quattro minuti
prima della sparizione del boss. Televisa ha anche mostrato un video
girato in contemporanea nel centro di controllo che dovrebbe monitorare i detenuti
della prigione dell’Altiplano, non lontana da Città del Messico. Nel filmato,
alcune guardie osservano gli schermi di sorveglianza, ma apparentemente non si
accorgono o decidono di ignorare quello che accade nella cella di Guzmán. Non è
chiaro quali immagini vengano proiettate sugli schermi del centro di controllo
nel filmato trasmesso. Il governo messicano ha finora arrestato 34 persone
legate all’evasione, inclusi l’allora direttore della prigione e un pilota sospettato
di aver portato Guzmán al suo nascondiglio. Il ministero dell’Interno si è
rassegnato all’idea che l’evasione sia riuscita grazie alla collusione di
guardie e altri funzionari della prigione, ma rimangono dubbi sull’entità e la
natura dell’aiuto fornito al boss. «Il video diffuso provoca un forte sdegno
nei confronti del governo», ha detto il senatore Alejandro Encinas, membro
della commissione bicamerale sulla sicurezza. «Le autorità hanno mentito e
occultato informazioni». Questa è solo la sua seconda evasione. Era già stato
catturato nel Messico nord-occidentale nel febbraio del 2014.”
Di questo, delle carovane di migranti
che dall'Honduras sono partite verso il Nord America, ma anche del magnifico
spessore di un paese che affonda nella storia e sfida la modernità, si parlerà
nella presentazione di Messico in bilico con l'autrice e il
dirigente Rai Valerio Iafrate il prossimo 17 novembre a Roma, alle 19.30 presso
i locali della Parrocchia Santa Maria delle Grazie al Trionfale, in Via Frà
Albenzio 1.