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venerdì 30 dicembre 2011

Infinito edizioni: auguri e bilanci di fine anno

Cari Amici,
giunti alla fine di un anno intenso e difficile come è stato il 2011 – anno di crisi economica e sociale e di cambiamenti forse radicali ma ancora terribilmente confusi – e prima di fare gli auguri di rito per la fine dell’anno e per l’incipiente 2012, un pensiero va alla nostra Barbara Fabiani, amica vera e autrice speciale, che da pochi giorni non c’è più. Conoscerla in vita, lavorare con lei, condividere insieme progetti è stato per tutti noi importante e unico; pensare che questo non sarà più possibile è un dolore insopportabile, come l’idea di non poter più ascoltare la sua voce calda e guardare i suoi occhi sempre attenti a fissare ciò che normalmente sfugge agli altri.
È la seconda volta che la nostra casa editrice perde un autore per una malattia incurabile. Il 23 agosto 2009 a lasciarci era stato Paolo Vittone, dopo una lotta coraggiosa e vana contro un male purtroppo più forte, pervicace, invadente. Lui 46 anni, lei 43. Davvero troppo poca vita vissuta per persone splendide che avrebbero potuto e voluto darci ancora tanto, tantissimo.
Il bilancio della nostra casa editrice per il 2011 pensiamo sia largamente positivo: 28 libri nuovi pubblicati (più “Naš Put”, l’edizione in serbo-croato de “Il nostro viaggio” di Enisa Bukvić, libro non tradotto ma bensì integralmente riscritto nella sua lingua madre dall’autrice); quattro (o cinque, calcolando “Naš Put”) più del 2010; svariate nuove edizioni e ristampe; una sintesi molto soddisfacente tra autori affermati, autori in affermazione ed esordienti; centinaia di presentazioni in tutta Italia e non solo; migliaia di recensioni; decine di migliaia di libri venduti rappresentano fiori all’occhiello rari per una piccola casa editrice italiana, la cui linea editoriale e la cui crescita qualitativa sono, anno dopo anno, sotto gli occhi di tutti.

In difesa del nostro nome e marchio e per conoscenza dei nostri lettori

Cari amici,
da circa sette mesi abbiamo scoperto l'esistenza di una realtà editoriale con un nome pressoché identico al nostro. Dopo aver incaricato il nostro legale di contattare questi signori per invitarli a cambiare immediatamente il loro nome, salvo nostra denuncia in sede penale e civile a loro carico, costoro finalmente in questi giorni hanno provveduto a comunicare ufficialmente il cambiamento del loro nome.
Poiché, naturalmente, il loro precedente nome era sostanzialmente identico al nostro (l'unica differenza era tra il nostro edizioni e il loro editori), risorse on line come Amazon hanno attribuito il loro nuovo nome anche a tutta la nostra vasta produzione di libri, arrecandoci così l'ennesimo danno d'immagine, vista anche l'enorme diversità dei temi trattati da noi rispetto a quelli trattati da questi colleghi.
Ribadiamo che Infinito edizioni NON cambia e non cambierà nome e continua a chiamarsi Infinito edizioni!
Abbiamo inviato comunicazione a codesta azienda prospettando nuovamente azione legale per avere risarcimento dei gravi danni fin qui da noi subiti. Abbiamo concesso loro, per l'ultima volta, alcuni giorni di tempo per risolvere l'ennesimo fastidio e danno arrecatoci, riservandoci comunque di chiedere loro un risarcimento.
Sappiate che se troverete sul Web i nostri libri associati al marchio Uno editori, si tratta di un'associazione indebita dei nostri libri, del nostro lavoro, a un marchio che non ci appartiene, non ci riguarda e non ci interessa.
Vi chiediamo di segnalarci eventuali problemi provocativi da questa spiacevole vicenda, così che questi possano essere messi a conoscenza del nostro studio legale in previsione di un'azione sicuramente in sede civile, forse anche in sede penale.
Grazie per l'attenzione e la comprensione, buon capodanno (che a noi questi signori hanno evidentemente rovinato).
Infinito edizioni

I fatti del 2011. Gli eventi principali di un anno che ha cambiato le vite di tutti noi

30/12/2011. Che cosa è accaduto nel 2011? Ecco, in pillole, un sunto di un anno difficile, che ha cambiato non poche cose nella storia contemporanea dell’umanità.

Gennaio 2011
1. Brasile: finisce l'era Lula; Vilma Roussef è la prima presidente donna; Egitto: attentato terroristico dopo la Messa alla chiesa dei Santi di Alessandria d'Egitto: 21 morti, seguono una notte di scontri tra cristiani e musulmani nelle strade della città.
2. Algeria: tre morti negli scontri in seguito alle proteste contro l'aumento del prezzo del pane.
9. Brasile: inondazioni intorno a Rio De Janeiro, 915 morti.
14. Tunisia: le proteste portano alla fine del regime, l'ex dittatore Ben Ali fugge in Arabia Saudita.
15. Sud del Sudan al voto per l'indipendenza, il nuovo Stato nascerà a luglio.
24. Russia: attentato all'aeroporto di Mosca, 36 morti.

25. Egitto: iniziano le proteste della primavera araba a piazza Tahrir, al Cairo.

giovedì 22 dicembre 2011

“Dopo i cartoni tutti a nanna!”, l’introduzione di Maurizio Forestieri a libro “Il cinema di cartone (animato)” di Roberto Ormanni

Oramai è storia.
Il termine cartone animato, peraltro di uso comune, è un italianismo scorretto dall’inglese animated cartoon che tradotto letteralmente sarebbe “vignette animate”. Un po’ per tradizione, un po’ per consuetudine, viene difficile chiamarli in altro modo: “Bambini, stasera vediamo le vignette animate di Tom&Jerry e poi tutti a nanna!!”… oppure: “Hai visto il cortometraggio di animazione di Willy il Coyote?”. Non funziona.
E ci voleva anche Roger Rabbit dove Bob Hoskins recita con disgusto la storica frase alla vista dello stolido coniglio che continua a prendersi la testa a padellate, per trasmettere la magia del suono di questa parola errata ma molto musicale che è “Cartoni!”.
Cartoni, dunque, che nel nostro immaginario occidentale sono associati a Pippo, Pluto, Paperino e Topolino e alla magia del cartoon classico, al punto tale che in maniera quasi dispregiativa venivo additato come quello che disegnava i “topolini” o, nei casi migliori, i “pupazzetti”, per denotare subito un’appartenenza a un mondo minore (o per minori) fatto di colore, animaletti, musica, risate e niente più. Ma al di là dei termini, più o meno corretti, e parlando seriamente, quando diciamo Cartoni (animati) diciamo cinema di animazione e quest’ultimo vanta il primato storico sull’invenzione del cinema vero e proprio, per questioni tecniche legate alla creazione del movimento illusorio a fotogramma singolo che è alla base di questa tecnica artistica ed espressiva. Oggetti dai nomi misteriosi e inquietanti come “prassinoscopio” o “fenachistoscopio”, geniali – per l’epoca – giocattolini ottici che si basavano sull’illusione del movimento con la tecnica delle fasi, hanno caratterizzato la tecnologia della prima metà dell’Ottocento in pieno fervore industriale… e hanno preparato il terreno per il nascente cinema che di lì a breve avrebbe preso il passo. Ma a parte le affascinanti considerazioni storiche, quando si parla di Cartoni parliamo di industria dello spettacolo vero e proprio. E ricordo, a tal proposito, una definizione del Cartone che trovo ancora oggi eloquente e che calza perfettamente con l’essenza di questa arte moderna: “Tutto il lavoro di creazione tra una ‘interlinea’ (la sottile linea nera sulla pellicola che divide ciascun fotogramma) e l’altra”. Disegnare cioè i vari movimenti in trasparenza su di un tavolo luminoso; la magia del rodovetro (la carta acetata trasparente), dove i disegni venivano lucidati e colorati con gli acrilici sul retro; la liturgia della ripresa a fotogramma singolo con una macchina da presa montata su un banco in verticale, dove i disegni venivano accuratamente accoppiati con i fondali dipinti e pazientemente fotografati; la trepidante attesa del “girato” in sala di proiezione, per vedere i risultati di faticose giornate di lavoro.
continua...

mercoledì 21 dicembre 2011

Il potere delle favole in una storia ebraica raccontata da Moni Ovadia nell’introduzione al libro di Andrea Satta “Ci sarà una volta”

Il pediatra è un medico che ispira o dovrebbe ispirare in tutti noi un surplus di fiducia rispetto a ogni altro medico a cui vogliamo affidare i nostri cari. Non possiamo non credere che chi scelga questa delicata professione sia ispirato da un grande amore per i più piccini che sono
l’umanità più delicata e più preziosa. Beh! Il me bimbo come pediatra ha scelto Andrea Satta. Quando devo presentarlo a qualcuno che non lo conosce lo presento così: “Lui è Andrea, il mio pediatra”. Andrea è un bravissimo pediatra, ne sono sicuro, ma è anche un superbo cantante, un conta e un canta storie con il suo specialissimo gruppo Têtes de bois (teste di legno). Ciò che mi ha molto colpito e che profondamente ammiro in lui da che lo conosco è l’assoluta levità e naturalezza con cui coniuga le due attività.
Da questa condizione duplice di impegno e passione deve essergli sgorgata l’idea di raccogliere e trasmettere storie, le storie di quell’umanità molteplice e variegata che frequenta il suo Ambu, l’ambulatorio pediatrico sito in una periferia della capitale in cui lui riceve i suoi piccoli pazienti con le famiglie, mamme, babbi, nonne, zie, amiche. Ha chiesto a loro di raccontare storie che conoscono e ne sono venute fuori storie classiche, favole che riconosciamo, favole bizzarre e storie magnificamente inattendibili persino come storie. Raccontare storie è uno degli specifici più belli e più importanti di cui l’essere umano sia stato dotato.
continua...

martedì 20 dicembre 2011

"Sull'orlo del baratro" di Gianni Pittella e Francesco De Filippo: il rapporto Italia-Ue

L'Unione europea sopravviverà alla più grande crisi dal Dopoguerra?
Di Gianni Pittella e Francesco De Filippo
Con un intervento di Giorgio Napolitano
Contributi di Daniel Gros, Stefano Micossi, Joseph Mifsud
Coordinamento di Luciano Cerasa e Daniele Cardella

“Abbiamo oggi bisogno di più Europa”.
(Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana)

Anticipazioni su alcuni dei percorsi che, secondo il vicepresidente
del Parlamento Europeo Gianni Pittella, l’Unione europea dovrebbe compiere per uscire da una situazione che l’ha portata sull'orlo del baratro.
Dopo l’allargamento ai nuovi Paesi dell’Est dell’Unione, molti si chiedono quale sarà il futuro della dotazione europea dei fondi strutturali italiani in un momento così difficile per la nostra economia e per il Sud del Paese: dobbiamo temere un ridimensionamento del sostegno Ue? Perché in Italia se ne parla cosi poco?
“ Stenta a decollare in Italia il dibattito sulla programmazione dei fondi europei nella nuova fase 2013/2020, anche qui in un’apparente mancanza di consapevolezza della posta in gioco. Eppure, la discussione non verte sul sesso degli angeli ma su quanti soldini potrà disporre l’Unione europea per rispondere ai bisogni dei propri cittadini, dalla sicurezza alimentare all’ambiente, dalla sicurezza alla politica estera, al sostegno alle imprese, alla cultura, alla ricerca, ai giovani. Proviamo dunque a portare un po’ di luce.
Il negoziato che impegnerà governi e parlamenti nazionali, Parlamento e Commissione europea verterà su alcuni punti cruciali: la cifra complessiva del bilancio, la sua ripartizione sugli assi fondamentali (Pac, Politica agricola comune, e Fondi strutturali), il finanziamento della politica estera e di sicurezza, la competitività e la crescita.
Su questi nodi l’Italia deve avere una posizione comune e deve stringere le giuste alleanze con altri, e in ciò non aiuta la leggerezza dell’attuale governo.”

Francesco De Filippo (Napoli, 1960) è dal 1986 giornalista dell'Agenzia Ansa ed è stato corrispondente per Il Sole 24 Ore. Come romanziere e saggista ha pubblicato Una storia anche d’amore (Rizzoli, 2001); L’affondatore di gommoni (Mondadori, 2003); Pubblicate esordienti? Guida pratica per chi ha un libro nel cassetto (Nutrimenti, 2004); Sfregio (Mondadori, 2006); Quasi uguali. Storie di immigrazione (Mondadori, 2009); Monnezza (Infinito edizioni, 2010); Questo mondo un po’ sgualcito (con Andrea Camilleri, Infinito edizioni, 2011); Mafia padana. Le infiltrazioni criminali in Nord Italia (con Paolo Moretti, Editori Riuniti, 2011), Come un Italiano (Infinito edizioni, 2012). Da alcuni sono stati tratti spettacoli teatrali. Ha vinto numerosi premi; alcuni suoi libri sono stati pubblicati in Germania, Francia e nella Repubblica Ceca. Vincitore del Premio Festival Paris Noir 2011 e del Premio internazionale Domenico Tulino 2011.
Gianni Pittella (Lauria, 1958) è medico, sposato con due figli, eurodeputato dal 1999, primo vicepresidente del Parlamento europeo. È membro della commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori e di quella per i Problemi economici e monetari. Fa inoltre parte della delegazione per le relazioni con l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Montenegro e il Kosovo e della Delegazione all’Assemblea parlamentare euromediterranea. Ha fondato con Mario Mauro il centro Meseuro per lo sviluppo dell’Europa del Mediterraneo, presiede la Fondazione Zefiro e l'associazione politica Prima Persona. È membro della direzione nazionale del Pd, del cda della Fondazione Mezzogiorno Europa, presiede il gruppo interparlamentare del Pd sul Trattato di Lisbona. Ha scritto molti libri tra cui Rosso Antico (1996), Diario di bordo (1997), Eurodiario (1999-2000), Il Triangolo della ricchezza (2003), Europ@ (2004), Dal Sud in Europa con Te (2004), Partiti europei e gruppi politici nel nuovo Europarlamento dell’Unione a 25 (2004), Un’Europa per i cittadini (2006).

giovedì 15 dicembre 2011

Infinito edizioni vi invita alle presentazioni del libro

SALUTI DA SARAJEVO
Di Luca Leone
Prefazione di Eldina Pleho
Introduzione di Kanita Ita Fočak
                                   
L'unica guida, a colori, su Sarajevo e sulla sua storia

venerdì 16 dicembre, ore 18,00
Scoletta dei Calegheri, Campo S. Tomà, VENEZIA.
In occasione dell'inaugurazione della mostra fotografica Dosta! Diritti negati del fotografo Andrea Rizza. Modera Andrea Rizza: interviene il gruppo di Venezia di Amnesty International; a seguire aperitivo equo-solidale a cura di AquaAltra; organizzano Comune di Venezia, Adopt Srebrenica, Fondazione Alexander Langer, Buongiorno Bosnia, Circolo fotografico Tina Modotti.

     lunedì 19 dicembre, ore 20,30,  
Teatro Cristallo, Sala Giuliani, via Dalmazia 30, BOLZANO 
Modera Andrea Rizza; organizza la Fondazione Alexander Langer 
con il patrocinio  di Associazione Cristallo e Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige.

mercoledì 14 dicembre 2011

La Svezia dell’accoglienza, patria dello stato sociale, terra forte e in continuo cambiamento nella prefazione scritta da Filippa Lagerback al libro “Diversamente Svezia” di Marco Buemi

Sono nata e cresciuta in Svezia, pochi chilometri fuori Stoccolma, che vuol dire già pratica­mente in campagna. Mia madre lavorava e lasciava la casa ogni giorno alle sette del mattino per non rimanere intrappolata nel traffico – sì sì, anche in Svezia c’è il problema del traffico, forse ancora di più negli anni passati, quando non c’era l’attuale congestion charge, fortemente voluta dai cittadini – e io mi arrangiavo da sola. Andavo a scuola a piedi o in bici e di pomeriggio andavo dritto dai nonni per la merenda, pan dolce alla cannella e compiti.
La natura immensa, patrimonio di tutti, i mezzi pubblici precisi e in orario, puliti e sicuri, la scuola dove l’insegnante era autoritaria ma disponibile e comprensiva, l’ora di religione in cui si studiavano tutte le religioni, la mensa con gli spaghetti scotti, il tempo libero davvero libero, il politico dimessosi solo perché non aveva pagato il canone della tv, le giornate buie e quelle infinite con il sole a mezzanotte, le candele in testa a Santa Lucia e i fiori in testa nella notte di mezza estate, il lavoro estivo a due euro l’ora, i castelli di neve… Tutto questo mi ha formata, ma avevo sempre un desiderio che mi accompagnava: uscire dal Paese per scoprire il mondo, imparare l’inglese, comunicare, vedere, toccare con mano la realtà oltre i miei confini. Mi sen­tivo sicura, protetta dal Paese, dallo Stato, vedevo il futuro come una solida certezza.
continua...

martedì 13 dicembre 2011

"Sull'orlo del baratro" di Gianni Pittella e Francesco De Filippo: il rapporto Italia-Ue

L'Unione europea sopravviverà alla più grande crisi dal Dopoguerra?
Di Gianni Pittella e Francesco De Filippo
Con un intervento di Giorgio Napolitano
Contributi di Daniel Gros, Stefano Micossi, Joseph Mifsud
Coordinamento di Luciano Cerasa e Daniele Cardella
 “Abbiamo oggi bisogno di più Europa”.
(Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana)
Anticipazioni su alcuni dei percorsi che, secondo il vicepresidente
del Parlamento Europeo Gianni Pittella, l’Unione europea dovrebbe compiere per uscire da una situazione che l’ha portata sull'orlo del baratro.
A proposito di Mediterraneo, vorrei un suo parere sulla situazione greca, situazione che è diventata anche un’occasione di guadagno per le banche francesi e tedesche…
“…sulla situazione greca la speculazione sta facendo affari d'oro. Basti pensare al paradosso dei cosiddetti Credit default swap (Cds).
I Cds non sono altro che una forma di assicurazione contro il rischio di default e di per sé non costituiscono un problema, anzi la loro funzione è positiva, servono ad assicurare l'investitore in caso di fallimento della società su cui si punta. Ma cos' é accaduto con la Grecia? Quando Atene ha cominciato a soffrire sui mercati, tutti sono corsi a comprare Cds, persino coloro che non avevano nessun titolo di Stato greco in mano che giustificasse l'acquisto, ma che sarebbero stati rimborsati comunque in caso di default. Questo comportamento ha prodotto un´impennata del prezzo delle assicurazioni dando l'impressione che i titoli fossero ancora più a rischio e costringendo quindi il governo a pagare rendimenti più alti per convincere i cittadini a comprare.
Per evitare tali comportamenti e per rinforzare la legislazione europea nel settore finanziario e bancario, in Parlamento stiamo lavorando a importanti riforme, penso ad esempio al mercato dei derivati, a quello delle vendite allo scoperto o ancora al settore delle agenzie di rating. E va rilevato al riguardo anche l'ottimo lavoro svolto su queste materie dai colleghi Domenici e Cofferati.”

Francesco De Filippo (Napoli, 1960) è dal 1986 giornalista dell'Agenzia Ansa ed è stato corrispondente per Il Sole 24 Ore. Come romanziere e saggista ha pubblicato Una storia anche d’amore (Rizzoli, 2001); L’affondatore di gommoni (Mondadori, 2003); Pubblicate esordienti? Guida pratica per chi ha un libro nel cassetto (Nutrimenti, 2004); Sfregio (Mondadori, 2006); Quasi uguali. Storie di immigrazione (Mondadori, 2009); Monnezza (Infinito edizioni, 2010); Questo mondo un po’ sgualcito (con Andrea Camilleri, Infinito edizioni, 2011); Mafia padana. Le infiltrazioni criminali in Nord Italia (con Paolo Moretti, Editori Riuniti, 2011), Come un Italiano (Infinito edizioni, 2012). Da alcuni sono stati tratti spettacoli teatrali. Ha vinto numerosi premi; alcuni suoi libri sono stati pubblicati in Germania, Francia e nella Repubblica Ceca. Vincitore del Premio Festival Paris Noir 2011 e del Premio internazionale Domenico Tulino 2011.
Gianni Pittella (Lauria, 1958) è medico, sposato con due figli, eurodeputato dal 1999, primo vicepresidente del Parlamento europeo. È membro della commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori e di quella per i Problemi economici e monetari. Fa inoltre parte della delegazione per le relazioni con l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Montenegro e il Kosovo e della Delegazione all’Assemblea parlamentare euromediterranea. Ha fondato con Mario Mauro il centro Meseuro per lo sviluppo dell’Europa del Mediterraneo, presiede la Fondazione Zefiro e l'associazione politica Prima Persona. È membro della direzione nazionale del Pd, del cda della Fondazione Mezzogiorno Europa, presiede il gruppo interparlamentare del Pd sul Trattato di Lisbona. Ha scritto molti libri tra cui Rosso Antico (1996), Diario di bordo (1997), Eurodiario (1999-2000), Il Triangolo della ricchezza (2003), Europ@ (2004), Dal Sud in Europa con Te (2004), Partiti europei e gruppi politici nel nuovo Europarlamento dell’Unione a 25 (2004), Un’Europa per i cittadini (2006).

giovedì 8 dicembre 2011

Infinito edizioni celebra la Giornata Mondiale dei Diritti Umani con il libro di Daniele Scaglione "La bicicletta che salverà il mondo"

La Giornata Mondiale dei Diritti Umani è una celebrazione festeggiata in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni, a partire dal 1950. È stata scelta questa data per ricordare la proclamazione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948.
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani è un evento molto importante per le Nazioni Unite, che la celebrano con  conferenze di alto profilo politico ed eventi culturali come mostre o concerti riguardanti l'argomento dei diritti umani. Inoltre, in questa giornata vengono tradizionalmente attribuiti i due più importanti riconoscimenti in materia, ovvero il quinquennale Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, assegnato a New York, ed il Premio Nobel per la pace ad Oslo; oltre a questi premi, molte altre organizzazioni internazionali, non governative, civili ed umanitarie su tutto il pianeta scelgono questa giornata per eventi significativi.
In occasione del prossimo anniversario la casa editrice Infinito edizioni vi segnala il libro di Daniele Scaglione, dal titolo La bicicletta che salverà il mondo di cui vi riportiamo la prefazione scritta da Francesco Moser.
La fame, dramma di cui parla questo libro, personalmente non l’ho mai patita. Ma la mia famiglia era molto numerosa e, per aiutare a sostenerla, a tredici anni ho dovuto abbandonare la scuola e andare a lavorare nei campi. Lavorare sin da piccoli non ha però impedito a me e ai miei fratelli di coltivare la passione della bicicletta: tre di loro, oltre al sottoscritto sono diventati ciclisti professionisti. Io ho cominciato a correre relativamente
tardi, a diciotto anni. Pedalare, oltre a un divertimento, è diventato presto anche un lavoro e poi una possibilità di crescita e successo.
La mia attività sportiva mi ha permesso di visitare molti Paesi, anche quelli dove la povertà estrema era sotto gli occhi di tutti. Come nel Venezuela, dove ho vinto il mondiale su strada di San Cristobal, nel 1977. O come in Messico, dove ho passato diverso tempo quando ho realizzato il record dell’ora. Era il 1984 e sulla pista ho usato una bici modernissima, che sembrava arrivare dal futuro. La chiamavamo “la speciale”, e pesava solo sette chili e mezzo. Oggi è possibile trovare in commercio biciclette che pesano sei chili, frutto di una tecnologia avanzatissima messa a disposizione degli appassionati e non solo dei corridori professionisti. Questo è solo un piccolo esempio del grande progresso che, in poco meno di trent’anni, l’umanità ha saputo realizzare.
Eppure, nello stesso arco di tempo, non siamo stati capaci di cancellare la fame dalla faccia della terra. Al contrario, il numero di persone che la patisce ha continuato ad
aumentare. A questa situazione non ci si deve rassegnare: la miseria e la povertà, oggi più che mai, possono essere cancellate. Fare questo è responsabilità prima di tutto dei governi e delle più importanti istituzioni mondiali. Ma anche noi semplici cittadini dobbiamo fare la nostra parte. Ed è bello sapere che, come raccontano le storie che state per leggere, anche la nostra amata bicicletta può  essere un formidabile strumento contro la fame.

Il testo integrale della prefazione è disponibile sul sito della Infinito edizioni (www.infinitoedizioni.it) e può essere ripresa liberamente citando la fonte (Luca Leone ©Infinito edizioni 2011).

Infinito Edizioni celebra la Giornata Mondiale dei Diritti Umani con il libro di Andrea Satta “Ci sarà una volta”

La Giornata Mondiale dei Diritti Umani è una celebrazione festeggiata in tutto il mondo il 10 dicembre di tutti gli anni, a partire dal 1950. È stata scelta questa data per ricordare la proclamazione da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre 1948.
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani è un evento molto importante per le Nazioni Unite, che la celebrano con  conferenze di alto profilo politico ed eventi culturali come mostre o concerti riguardanti l'argomento dei diritti umani. Inoltre, in questa giornata vengono tradizionalmente attribuiti i due più importanti riconoscimenti in materia, ovvero il quinquennale Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, assegnato a New York, ed il Premio Nobel per la pace ad Oslo; oltre a questi premi, molte altre organizzazioni internazionali, non governative, civili ed umanitarie su tutto il pianeta scelgono questa giornata per eventi significativi.


In occasione del prossimo anniversario la casa editrice Infinito edizioni vi segnala il libro di Andrea Satta, leader e cantante del gruppo dei Tete de Bois, dal titolo Ci sarà una volta di cui vi riportiamo la prefazione scritta da Dario Vergassola.
C’era una volta una mamma straniera, il suo bimbo straniero e un ambulatorio pediatrico italiano. La mamma, portando il figlio dal dottore, confessa al medico di non avere amici; neanche il piccolo bimbo africano aveva compagni italiani per giocare. L’unico posto dove aveva conosciuto qualcuno era proprio l’ambulatorio medico, durante l’attesa per le visite.
Il medico, che era un brav’uomo, disse alla mamma: “Perché non viene una volta al mese col bambino e racconta alle altre mamme e ai loro figli una favola?”. Fu così che tutti i lunedì del mese dal dottore ci furono un sacco di mamme con i bimbi che si raccontavano favole
in tutte le lingue. Questo servì per farli conoscere tra di loro, i bimbi trovarono nuovi amici ma, soprattutto, non ebbero più paura dei medici italiani. Se non ci credete, portate un bimbo e una favola, tutti i lunedì, dal dottore che ha scritto questo libro!

martedì 6 dicembre 2011

“Jugoschegge” vent’anni dopo: un libro e un’intervista doppia per capire la guerra di allora e i Balcani di oggi

Che lo si voglia o meno, nel 2012 ricorrono i vent’anni dell’inizio della guerra che determinò l’esplosione e la frammentazione della Jugoslavia.
Un libro composto di foto e testi inediti, “Jugoschegge” (Infinito edizioni, 2011, pagg. 108, € 13,00) attraverso le testimonianze di giornalisti, artisti e operatori umanitari (Mario Boccia, Paolo Rumiz, Ennio Remondino, Luca Rastello, Alessandro Gori, Roberta Biagiarelli, Silvia Maraone) che ben conoscono i Balcani ricostruisce gli eventi di allora e proietta l’attenzione sui Balcani di oggi, evidenziandone criticità e potenzialità.
Ne abbiamo parlato in un’intervista doppia con i due autori del libro, Tullio Bulgari e Giacomo Scattolini, che hanno risposto a cuore aperto a questioni a loro molto care. Si può non essere d’accordo su alcuni punti di questa intervista, ma ai due autori e al loro sforzo editoriale vanno riconosciuti molti meriti, non ultimo quello della chiarezza espositiva.

Una domanda a bruciapelo: “Jugoschegge” è un libro sulla cosiddetta “Jugonostalgia” o è qualcosa di diverso o di più?
Giacomo Scattolini: Non è assolutamente un libro sulla “Jugonostalgia”. Sono un cittadino italiano e non mi permetterei mai di parlare di una “nostalgia” per un Paese non mio. È un libro che vuol guardare avanti. Su ciò che “sarà” quella terra e non su ciò che “era”. Sono passati vent’anni da quegli eventi, le cause o la nostalgia è un lavoro per gli storici. Per analizzare il futuro abbiamo scelto persone italiane che quegli eventi li hanno vissuto direttamente e che hanno cambiato profondamente la loro vita, sviluppando uno sguardo “fino”. Abbiamo anche voluto celebrare quel grande movimento che furono i “volontari” che andarono in quelle zone ad aiutare profughi e vittime della guerra. Un movimento atipico, tutto italiano, di persone non pagate che sacrificavano il loro tempo e i loro soldi per aiutare il prossimo. Un movimento troppo ignorato dai media e dimenticato da tutti, ma unico nel suo genere.
Tullio Bugari: È qualcosa di diverso, è il tentativo di rispondere, anche parzialmente, a domande che mi ponevo già durante la guerra, ad esempio quali sono i meccanismi sociali che rendono possibile la rottura delle relazioni, le pulizie etniche, lo schierarsi – da parte di chi è fuori – pro o contro un conflitto talvolta con le stesse logiche del tifo verso una squadra di calcio (“Chi ha vinto la guerra?”, si chiesero una sera in nave due ragazzi che cenavano nel tavolo accanto, stimolati dalla conversazione che orecchiavano tra me e Giacomo). E poi m’interessava cercare di capire in che modo tutto ciò che accade deve essere affrontato o raccontato, per restituire dignità a chi ha subìto torti disumani e per acquisirne un insegnamento utile anche a noi.
continua...

venerdì 2 dicembre 2011

"Sull'orlo del baratro" di Gianni Pittella e Francesco De Filippo: il rapporto Italia-Ue

L'Unione europea sopravviverà alla più grande crisi dal Dopoguerra?
Di Gianni Pittella e Francesco De Filippo
Con un intervento di Giorgio Napolitano
Contributi di Daniel Gros, Stefano Micossi, Joseph Mifsud
Coordinamento di Luciano Cerasa e Daniele Cardella
 “Abbiamo oggi bisogno di più Europa”.
(Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana)
Anticipazioni su alcuni dei percorsi che, secondo il vicepresidente
del Parlamento Europeo Gianni Pittella, l’Unione europea dovrebbe compiere per uscire da una situazione che l’ha portata sull'orlo del baratro.
Torniamo all’Italia, di cui abbiamo fatto soltanto qualche accenno. Come vede da Bruxelles la posizione dell’Italia?
In questo momento di grave turbolenza dei mercati finanziari – quando si approfitta proprio della nostra maggiore debolezza, del nostro spaventoso debito pubblico rispetto all’attuale, della scarsa capacità di produrre ricchezza, per destabilizzare tutta l’area dell’euro – sarebbe per noi un errore esiziale alimentare questo strisciante euroscetticismo. Anche in Italia, infatti, in forze politiche non marginali emerge la tentazione propagandistica e irresponsabile di indicare come una soluzione possibile alle nostre gravi difficoltà la fuoriuscita dall’euro e dall’Europa.
Detto questo, credo che l’Italia abbia davanti a sé due emergenze strettamente legate da affrontare per uscire dalle difficoltà: la prima è un governo che metta mano con coraggio e subito alla riforma fiscale, al mercato del lavoro, alle liberalizzazioni, al rilancio del Mezzogiorno e alla riforma dello Stato, senza farsi condizionare dalle solite caste e da consolidate rendite di posizione. La seconda è che lo stesso governo batta i pugni sul tavolo di Bruxelles perché l’Unione europea cambi direzione e si risvegli dalla sindrome dell’accerchiamento dell’euro finanziando con bond a livello europeo, una riforma dell’Iva e imposte sulle transazioni finanziarie e sulle emissioni di C02, un new deal che possa farci uscire dalla crisi.


Francesco De Filippo (Napoli, 1960) è dal 1986 giornalista dell'Agenzia Ansa ed è stato corrispondente per Il Sole 24 Ore. Come romanziere e saggista ha pubblicato Una storia anche d’amore (Rizzoli, 2001); L’affondatore di gommoni (Mondadori, 2003); Pubblicate esordienti? Guida pratica per chi ha un libro nel cassetto (Nutrimenti, 2004); Sfregio (Mondadori, 2006); Quasi uguali. Storie di immigrazione (Mondadori, 2009); Monnezza (Infinito edizioni, 2010); Questo mondo un po’ sgualcito (con Andrea Camilleri, Infinito edizioni, 2011); Mafia padana. Le infiltrazioni criminali in Nord Italia (con Paolo Moretti, Editori Riuniti, 2011), Come un Italiano (Infinito edizioni, 2012). Da alcuni sono stati tratti spettacoli teatrali. Ha vinto numerosi premi; alcuni suoi libri sono stati pubblicati in Germania, Francia e nella Repubblica Ceca. Vincitore del Premio Festival Paris Noir 2011 e del Premio internazionale Domenico Tulino 2011.
Gianni Pittella (Lauria, 1958) è medico, sposato con due figli, eurodeputato dal 1999, primo vicepresidente del Parlamento europeo. È membro della commissione per il Mercato interno e la protezione dei consumatori e di quella per i Problemi economici e monetari. Fa inoltre parte della delegazione per le relazioni con l’Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Montenegro e il Kosovo e della Delegazione all’Assemblea parlamentare euromediterranea. Ha fondato con Mario Mauro il centro Meseuro per lo sviluppo dell’Europa del Mediterraneo, presiede la Fondazione Zefiro e l'associazione politica Prima Persona. È membro della direzione nazionale del Pd, del cda della Fondazione Mezzogiorno Europa, presiede il gruppo interparlamentare del Pd sul Trattato di Lisbona. Ha scritto molti libri tra cui Rosso Antico (1996), Diario di bordo (1997), Eurodiario (1999-2000), Il Triangolo della ricchezza (2003), Europ@ (2004), Dal Sud in Europa con Te (2004), Partiti europei e gruppi politici nel nuovo Europarlamento dell’Unione a 25 (2004), Un’Europa per i cittadini (2006).

lunedì 28 novembre 2011

Crash! Bang! Gulp! Oggi parliamo di cartoni animati con uno scrittore grande che si ostina a non voler diventare adulto

Inutile fare tanto i seri. Come poter dimenticare le migliaia di ore della nostra vita passate – sia da bambini che da adulti – a guardare cartoni animati? E come dimenticare l’espressione di meraviglia dei nostri figli o nipoti per la prima volta alle prese con un personaggio dei cartoon trasmesso in tv?

Ecco, Il cinema di cartone (animato), splendida prova saggistica di Roberto Ormanni – un uomo di un metro e novanta, con formazione giuridica e diverse direzioni di giornali all’attivo, che non ha mai smesso di guardare (e di ammettere di farlo) i cartoni animati – è uno splendido lavoro capace non  solo di far ricordare a ciascuno di noi le passioni e i sentimenti di quando eravamo bambini ma anche – con tono soffice e rara competenza nel settore – di spiegare quali logiche, quali scelte, quali investimenti, quali errori vi siano stati e vi siano nei più noti cartoni animati della storia del cinema e della tv.Il primo cartone animato, del 1906, porta la firma del fumettista Winsor McCay, che realizzò i quattro minuti della dinosaura Gertie. All'origine del cartoon però c'è un brevetto, registrato a Parigi: il Praxinoscope. L'inventore era Charles Émile Reynaud, l'anno il 1877. Ma 14.000 anni prima, nelle grotte di Altamira, in Spagna, un nostro antenato aveva disegnato sulla roccia 25 scene in successione per ricostruire il movimento di una mandria di bisonti!

Steamboat Willie, in italiano Willie del vapore (novembre 1928), è il primo cartoon famoso (e sonoro) della storia e segna il debutto di Topolino. Da allora i cartoon hanno fatto progressi da gigante.
Da Topolino e Paperino a Braccobaldo, Biancaneve, Betty Boop, Braccio di Ferro, passando per Wile Coyote e Beep-beep, Tom e Jerry, Mazinga, Goldrake, Candy Candy, i Flintstones, i Simpson, fino ai Puffi, l’Era Glaciale, Shrek, Cattivissimo me, Toy Story e ai webtoon, quello di cui parliamo qui con Ormanni è il libro più completo della storia sulla Storia, i personaggi, i retroscena, i miti e le fortune dell’universo magico dei cartoni animati.

giovedì 24 novembre 2011

La “sgrammatica” del teatro di Emma Dante: intervista a Giuseppe Distefano


Oltre a lunghe ed estenuanti prove, dietro ogni spettacolo teatrale c’è – talvolta dimenticato – il talento e la sensibilità di un fotografo, chiamato a immortalare e rendere talvolta eterni istanti comunque irripetibili. Giuseppe Distefano è tra questi grandi protagonisti della macchina fotografa ed è la persona che, negli ultimi anni, ha immortalato in scatti superbi i principali momenti di vita e d’espressione di tutti gli spettacoli della grande regista e autrice palermitana. Il vastissimo repertorio di immagini fotografiche degli spettacoli della Dante MPalermu, Carnezzeria, La Scimia, Vita mia, Michelle di Sant’Oliva, Cani di bancata, Il festino, Le pulle, Acquasanta – è al centro di un prestigioso e raffinatissimo lavoro dedicato all'opera della regista – una delle rivelazioni più importanti del panorama del teatro contemporaneo, vincitrice per la regia e la drammaturgia di importanti premi – e pubblicato da Infinito edizioni (Giuseppe Distefano, Il teatro di Emma Dante, 2010).
Delle immagini del fotografo siciliano la Dante ha scritto nella prefazione firmata nel libro: “La luce delle foto di Distefano è una luce che svela insopportabili dettagli, nascoste verità che dalla sala non possono vedersi. C’è sempre nei miei spettacoli qualcosa di segreto, qualcosa che non arriva al pubblico e che serve agli attori per mantenere il mistero che nutre parole e gesti. Il mio teatro è, soprattutto, un accadimento; per questo è importante trovare uno sguardo capace di cogliere il lato nascosto delle cose”. A Distefano abbiamo chiesto di rivelare a parole, in questa breve intervista, alcuni di questi dettagli.
continua...

venerdì 18 novembre 2011

L’Asia di un grande viaggiatore nelle pagine di “Papà Mekong”: intervista a Corrado Ruggeri

Papà Mekong” (infinito edizioni, 2011), l’ottimo libro di Corrado Ruggeri – capo della cronaca romana del Corriere della Sera e autore di libri di viaggio per i tipi di Feltrinelli, Mondatori e Sitcom, oltre che volto televisivo di Marcopolo – è molte cose: il primo romanzo di un uomo, viaggiatore e giornalista, di immensa umanità; una full immersion in un’Asia sconosciuta ai più; una ricerca di genere nei delicati rapporti tra donna e uomo; una sfida in punta di penna per raccontare, con la delicatezza di una piuma e l’incisività di un pugnale arroventato, un mondo difficile, duro, fatto di sfruttamento e povertà, di sciacalli e vittime, di bambini rinchiusi in poveri orfanotrofi e gente che con immensa difficoltà a fine giornata riesce a mettere insieme un pugno di riso. Un mondo di frustrazione e di rancore che però ha dentro di sé quegli strumenti di catarsi e di rinascita che a noi occidentali sono probabilmente sconosciuti.
Scrive il giornalista Aldo Cazzullo nella sua prefazione al libro, che Papà Mekong ha il merito non solo di raccontare terre e personaggi lontani, ma anche di aprire la nostra mente e il nostro cuore a popoli che crediamo estranei, a uomini e donne che non abbiamo incontrato e non incontreremo. Corrado Ruggeri ci parla  di villaggi e orfanotrofi; ci ricorda che i poveri della terra esistono, e non sono soltanto le migliaia di Lampedusa, ma i miliardi che restano a casa, o cercano di costruirsela sulla propria terra. E ci spiega che loro certo hanno bisogno di noi; ma anche noi abbiamo molto bisogno di loro”.
Abbiamo approfondito questi spunti con Corrado Ruggeri e ne è scaturita l’intervista che riportiamo di seguito.

martedì 15 novembre 2011

"Lettere Animate" intervista Infinito edizioni

Qual'è la vostra linea editoriale ?
Pubblichiamo principalmente saggistica orientata verso i diritti umani e civili, la politica internazionale, le crisi internazionali, la memoria. Abbiamo, tra gli altri, come fiori all’occhiello i nostri libri sui Balcani e sui migranti, oltre a titoli firmati da Andrea Camilleri, Erri De Luca, Franco Battiato, Marco Scarpati, Andrea Satta, Daniele Scaglione, Francesco De Filippo, Corrado Ruggeri, padre Giulio Albanese, Jovan Divjak, Gabriele Del Grande (che abbiamo scoperto e lanciato noi) e altri ancora. In generale, cerchiamo di fare editoria di qualità, questo è il nostro imperativo.

Cosa deve avere un libro per colpirvi ?
Deve affrontare tematiche a noi care – principalmente quelle sopra esposte – essere scritto con un taglio nuovo e accattivante, non accademico, essere rigoroso dal punto di vista delle fonti e porre l’accento sulle conseguenze umane e ambientali di ogni gesto che, nel macro come nel micro, viene compiuto da ciascuno di noi. Partiamo dal presupposto che nessun gesto è privo di conseguenze e cerchiamo di spiegare coi nostri libri i rapporti causa-effetto delle tematiche a noi care.
continua...