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venerdì 29 aprile 2016

30 aprile 1986, un “Ping” collega l'Italia al #web

Era il 30 aprile di trent’anni fa  quando venne trasmesso il primo messaggio – un semplice “Ping” – che avrebbe collegato il nostro Paese al web: il segnale fece un lungo viaggio partendo da Pisa, passando per Frascati, in provincia di Roma, poi a Fucino in Abruzzo, rimbalzando sul satellite Intelsat IV, che orbitava sopra l’Atlantico, e scendendo infine verso la stazione satellitare di Roaring Creek, in Pennsylvania. Era il 30 aprile 1986, erano circa le 18 e dopo meno di un secondo arrivò la risposta dagli Usa: ok. L’Italia si era collegata a internet, ma il mondo era attonito per la tragedia dell’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuta quattro giorni prima e di cui si iniziava ad avere notizie. Internet non esisteva nella coscienza collettiva. Non esisteva neanche nel comunicato che qualche giorno dopo, con tutta calma, venne predisposto a Pisa. Si parlava di collegamento di Pisa ad Arpanet, la rete che era nata negli Stati Uniti nell’ottobre del 1969 per collegare i computer di molte università americane.

Ricordiamo questa importante tappa della nostra società con due libri che hanno affrontato il tema di internet e del web:
CLICCATE E TROVERETE, di Giulio Albanese e Sergio Pillon

COSE DELL’ALTRO MONDO, di Gianfranco Valenti con Claudio Baglioni

sabato 23 aprile 2016

23 aprile, Giornata mondiale del libro

La Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore è un evento patrocinato dall'Unesco per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright.
A partire dal 1996, viene organizzata ogni anno il 23 aprile con numerose manifestazioni in tutto il mondo.

Sulla base di una tradizione catalana, l'Unesco, in una riunione a Parigi il 15 novembre del 1995, ha adottato la risoluzione 3.18 con la quale ha proclamato il 23 aprile di ogni anno Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore.
L'obiettivo della Giornata è quello di incoraggiare a scoprire il piacere della lettura e a valorizzare il contributo che gli autori danno al progresso sociale e culturale dell'umanità.
Il 23 aprile è stato scelto in quanto è il giorno in cui sono morti nel 
1616 tre importanti scrittori: lo spagnolo Miguel de Cervantes (1547-1616), l'inglese William Shakespeare (1564-1616) e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616). 

venerdì 22 aprile 2016

#ambiente #Earthday2016 #Cop21

La Giornata mondiale della Terra è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le Nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno, il 22 aprile, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera. La celebrazione, che vuole coinvolgere il maggior numero di Paesi, è stata istituita il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra.
La ricorrenza di oggi aggiunge un importante valore non solo simbolico infatti oggi nella sede delle Nazioni Unite a New York si svolgerà una cerimonia che darà inizio alla firma del nuovo accordo globale sul clima approvato nell’ultima COP 21 della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico a Parigi lo scorso dicembre: i rappresentanti dei Paesi dovrebbero anche annunciare i propri programmi per una rapida ratifica e iniziative nuove e più incisive per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5°C. L’evento avviene con una coincidenza: il 2015 è stato confermato l’anno più caldo mai registrato e i primi tre mesi del 2016 sono stati caratterizzati da temperature record. Saranno presenti oltre 165 leader del mondo all’Onu per la cerimonia di firma, un record assoluto per il numero dei Paesi che siglano nella stessa giornata un’intesa internazionale. Non accadeva dal 1982 quando 119 stati firmarono la Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare. Per il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon, l’accordo di Parigi, insieme all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, «ha il potere di trasformare in mondo». L’intesa dovrà essere ratificata dei singoli Stati ed entrerà in vigore 30 giorni dopo che almeno 55 Paesi che rappresentano il 55% delle emissioni globali di gas serra avranno depositato la ratifica all’Onu.  
Il tema del cambiamento climatico e del rapporto tra uomo e natura è affrontato da Andrea Merusi in La sfida di oggi che, nelle conclusioni, evidenzia delle possibili strade da percorrere – nell’ambito della green economy – per contrastare e prevenire i fenomeni di catastrofi naturali che vediamo verificarsi sempre più di frequente.

Tra i punti ricordiamo, anzitutto, la partecipazione attiva alla rivoluzione dell’eco­nomia a bassa emissione di carbonio, sviluppando l’efficienza energetica, le fonti di energia rinnovabile e una mobilità sostenibile. Questa strada si può attuare potenziando il riciclo dei rifiuti  e adottando misure per valorizzare le qualità green delle imprese, rafforzando infine, l’eco-innovazione dei prodotti e delle imprese.

venerdì 15 aprile 2016

#Chernobyl30 "Giardino Atomico" di Emanuela Zuccalà

“La radiazione s’è abbattuta a macchie, con un tracciato tutto suo, e così tante campagne altamente inquinate restano popolate poiché, anche nel dubbio, si deve continuare a vivere e a mangiare, e negli anni queste terre malate sono diventate persino meta di immigrazione da Paesi ex sovietici più poveri: Moldavia, Daghestan, Kazakhstan, Georgia. Le case vuote abbondano, i raccolti pure. La radiazione non si vede e non si sente”. Con queste parole Emanuela Zuccalà racconta, nell’epub Giardino Atomico, gli effetti – anche migratori – dell’esplosione della centrale di Chernobyl, avvenuta trent’anni fa. 

mercoledì 13 aprile 2016

26 aprile 1986: “Giardino Atomico” di Emanuela Zuccalà

Chernobyl, 26 aprile di trent’anni fa. L’esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare ucrai­na scatena una potenza radioattiva quattrocento volte superiore alle bombe sganciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki. Il disastro viene minimizzato, inizialmente nascosto, dalle autorità sovietiche dell’epoca e ancora oggi non se ne conosce appieno l’intera magnitudo.
Tre decenni dopo, quando i lavori di messa in sicurezza della struttura sono ancora lentamen­te in corso, Emanuela Zuccalà racconta nell’epub Giardino Atomico la sua indagine sul campo, arrivando a toccare il mostro atomico con mano, a pochi metri dal sarcofago in cemento, il monumento funebre che imprigiona il reattore nucleare.
Qui una breve ricostruzione di quei giorni lontani.
“Agli abitanti di Pripyat non arriva nessuna comunicazione fino al pomeriggio del 27 aprile. Nella notte tra il 25 e il 26 hanno osservato il bagliore violaceo apparso all’improvviso sopra la torre del reattore ma, tornata la luce del giorno, riprendono tranquilli le loro attività. Non viene diffuso alcun avviso sulla necessità di restare chiusi in casa, però ci sono uomini in divisa che lavano le strade della città con un liquido bianco. Arriva la Protezione civile ucraina.

Solo verso mezzogiorno del 27 aprile un messaggio radio annuncia l’imminente evacuazione. Da Kiev arrivano 1.100 pullman per trasferire tutti lontano, in altre province. Uomini, donne e bambini portano con sé pochi oggetti: sono convinti che torneranno. In poche ore, Pripyat si spoglia di tutte le vestigia umane per trasfigurarsi in una città-ombra, eternamente atrofizzata nella sua inconsapevole angoscia”.

Visita del presidente del Consiglio Renzi a #Teheran, #Amnesty #International Italia chiede impegni sulla pena di morte

Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia, ha scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi in occasione del viaggio in corso a Teheran, invitandolo a manifestare alle autorità dell'Iran preoccupazione per l'incessante uso della pena di morte nel Paese. 
Lo scorso anno, segnala Amnesty International nel “Rapporto 2015-2016. La situazione dei Diritti umani nel mondo”, in Iran sono state eseguite almeno 977 condanne a morte; di questi si registrano almeno quattro minorenni al momento del reato e 16 donne. Amnesty International ha inoltre registrato almeno 58 esecuzioni avvenute in pubblico. 

Molte sentenze capitali in Iran – continua il Rapporto – vengono emesse a seguito di processi non in linea con gli standard internazionali sul giusto processo: gli imputati spesso non hanno accesso agli avvocati durante gli interrogatori nella fase pre-processuale; frequentemente oppure i tribunali rigettano le denunce di tortura e ammettono come prova "confessioni" ottenute sotto tortura. 

Nella lettera al presidente del Consiglio, Rufini ha segnalato due casi di prigionieri a rischio d'imminente esecuzione e ha sollecitato il governo italiano a fare gli opportuni passi per chiedere che sia loro risparmiata la vita. 

La lettera del direttore generale di Amnesty International Italia si chiude, in assenza di riscontro su eventuali colloqui in tema di diritti umani nel corso della recente visita del presidente iraniano Rouhani a Roma, rinnovando la richiesta che il governo italiano colga l'occasione per farsi promotore di un miglioramento della situazione dei diritti umani in Iran, nel contesto delle relazioni bilaterali tra i due Paesi.