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lunedì 30 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Angelo Lallo

A Srebrenica oltre la siepe c’è il grande buio che alberga nel cuore delle donne che non hanno ancora rielaborato la loro tragedia, in quanto è estremamente difficile convivere nella stessa zona, e spesso nella stessa strada, con i massacratori dei propri mariti e dei figli. Non si può accettare di vivere a contatto, attimo per attimo, con i criminali che hanno ammazzato la loro ragione di vita o che sono gli autori degli stupri. A Srebrenica non è ancora iniziata la lunga fase della rielaborazione del lutto perché in moltissimi casi non c’è una tomba su cui piangere per la precisa volontà dei serbo-bosniaci di disperdere i resti delle fosse comuni in una miriade di altre fosse, rendendo impossibile il riconoscimento utilizzando la provata prassi nazista di occultare le prove.

Angelo Lallo,
Scrittore, storico

domenica 29 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Riccardo Noury

Mentre vedo l’Olanda giocare, divertendo e divertendosi, ai Mondiali di calcio, penso alla pena che hanno passato per 18 anni i familiari di Rizo Mustafic e il padre e il fratello di Hasan Nuhanovic, l’interprete dei “peacekeeper” (virgolette d’obbligo) olandesi a Srebrenica. Morirono, quei tre uomini, perché allontanati dalla zona “protetta” dai caschi blu olandesi. Una pena lunga 18 anni, prima che il 6 settembre 2013 la Corte di Cassazione di Amsterdam giudicasse lo Stato olandese responsabile della loro morte. Una pena appena mitigata da quella minuscola manciata di giustizia.

Riccardo Noury
Portavoce e Direttore dell'Ufficio Comunicazione
Amnesty International - Sezione Italiana

sabato 28 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Fadila Memišević


L’11 luglio 1995 è cominciato il più grande macello della popolazione civile in Europa dopo la seconda guerra mondiale e il più grande calvario dei bosgnacchi nella loro storia. In otto giorni (11-19 luglio 1995) nonostante la presenza dell’Unprofor, i militari di Mladić uccisero più di ottomila civili, fra cui anche bambini di dieci anni, donne e vecchi. Oltre tremila uomini erano stati uccisi subito dopo il rastrellamento nella base dell’Onu a Potočari; gli altri furono giustiziati con esecuzioni di massa dopo la cattura. I corpi venivano buttati nelle fosse comuni, ricoperti di terra con l’obiettivo di distruggere le prove del genocidio. Srebrenica è l’umiliazione più terribile dell’Occidente dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Fadila Memišević, 
Presidente dell’Associazione per i Popoli Minacciati della Bosnia Erzegovina

venerdì 27 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri 
per l’anniversario

Oggi, diciannove  anni dopo, ci sono persone, in Serbia e in tutto il mondo, che ancora preferiscono non pensare a Srebrenica. In Serbia, la richiesta della maggioranza silenziosa è che i crimini commessi dalle due parti siano considerati uguali e che, di conseguenza, siano sistematicamente nascosti e negati. Nel mondo globale, sempre più terrorizzato, militarizzato ed extra-legalizzato, la giustificazione per un atteggiamento del genere è: lasciate che le violente tribù locali dei Balcani si combattano tra loro.

Jasmina Tešanović, 
scrittrice, attivista per i diritti umani

giovedì 26 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri 
per l’anniversario

L’11 luglio 1995 è la data in cui, 19 anni fa, comincia il genocidio di Srebrenica. Alla fine di cinque giorni di torture e uccisioni, oltre 10.000 maschi bosniaci musulmani dai 12 ai 76 anni saranno spietatamente uccisi dai soldati serbo-bosniaci e dai paramilitari serbi, per poi venire barbaramente inumati in fosse comuni.
Abbiamo chiesto a giornalisti, scrittori, amici un pensiero per ricordare Srebrenica, quei giorni. In alcuni casi, abbiamo semplicemente tratto un pensiero da testi pubblicati nei libri editi dalla Infinito edizioni, in particolare “Srebrenica. I giorni della vergogna”. Da domani, 27 giugno, fino a dopo l’11 luglio, pubblicheremo questi pensieri.
Speriamo gradirete quest’iniziativa e vorremo, tutti insieme, ricordare, per chiedere e avere giustizia. Al contempo, se qualcuno vorrà partecipare con un suo pensiero, lo valuteremo e, nel caso, lo pubblicheremo, allungando volentieri la lista dei pensieri raccolti e dedicati a una delle fasi storiche più atroci vissute dall’Europa del dopo seconda guerra mondiale.
Buona lettura

Infinito edizioni

giovedì 12 giugno 2014

IN BOCCA AL LUPO ALLA NAZIONALE BOSNIACA!



Al via oggi i mondiali in Brasile! Facciamo il nostro in bocca al lupo alla nazionale italiana e rivolgiamo un pensiero di speranza a quella della Bosnia Erzegovina.

Per la prima volta, la nazionale bosniaca, allenata da Safet Susic, è riuscita a qualificarsi per i Mondiali, vincendo il Girone G con 25 punti su 30.

Susic ha affermato che "la nazionale bosniaca va in Brasile per unire il popolo".

Noi ce lo auguriamo con tutto il cuore e speriamo che la nazionale rimanga il più possibile in gara durante la World Cup, affinché sia visibile a tutti l'unità del popolo bosniaco. Anche ai tifosi più direttamente coinvolti. 
Si parla spesso e male del calcio: perché non sfruttarlo, per una volta, in maniera positiva esaltando quei valori che sono all'origine di tutti gli sport?

Unione, solidarietà, coraggio.

Buoni mondiali a tutti!
Stay tuned
-Infinito edizioni

martedì 10 giugno 2014

Omicidio Politkovskaja. 
Cinque condanne. 
Ma il mandante?

Noi abitanti del Belpaese dovremmo esserci abituati: una condanna all'italiana, dove vengono processati e incarcerati i corrotti, ma non il corruttore. 
Stiamo parlando dell'efferato omicidio della giornalista Anna Politkoskaja, avvenuto il 7 ottobre del 2006, lo stesso gionro del 54° compleanno di Vladimir Putin, l'uomo contro il quale la reporter si era contrapposta fortemente, schierandosi dalla parte dei diritti umani e contro i crimini russi in Cecenia.

Dopo otto anni la giustizia dovrebbe aver fatto il suo corso: ieri sera il tribunale di Mosca ha condannato all'ergastolo all’ergastolo il presunto killer, Rustam Makhmudov, e suo zio Lom-Ali Gaitukayev, considerato l’organizzatore dell’omicidio. Carcere per un periodo variabile da dodici e quattordici anni per i pedinatori della giornalista, Ibragim e Dzhabrai Makhmudov, fratelli di Rustam, e di vent’anni per Sergei Khadzhikurbanov, che partecipò alla preparazione dell’agguato. 

E il mandante, dov'è? L'indignazione dei figli è comprensibile: la loro madre è stata ferocemente assassinata da quattro colpi di pistola, in un ascensore. Come possono darsi pace? E la libertà di stampa in Russia esiste oppure ogni giornalista che si voglia opporre contro i "potenti" rischia anche oggi la sua vita?

Secondo Riccardo Noury, portavoce italiano di Amnesty International, “con la condanna dei cinque accusati è stata fatta solo giustizia a metà. Il processo ha lasciato troppe domande insolute e non vi sarà piena giustizia fino a quando non saranno identificati e portati in tribunale coloro che ordinarono la morte di Anna. E fino a quel momento, tutti i giornalisti e gli attivisti che operano in Russia continueranno a rischiare la vita. Lo spazio per la libertà d'espressione, di manifestazione e d’informazione in quel Paese è sempre più limitato”.

Il nostro scrittore esperto di Russia Massimo Ceresa, che ha pubblicato per Infinito edizioni Dania e la neve (2009) e Sopravvivere nella Russia di Stalin e di Putin (2013) aggiunge: “Forse si dovrebbe scavare più a fondo negli ambienti della malavita cecena e dei suoi intimi rapporti con l’FSB, ma purtroppo uno degli anelli essenziali di questa catena è stato anch’esso spezzato: si tratta del boss della banda Lozanskaja Movladi Atlangeriev, ucciso nel 2008 in Cecenia dopo essere stato rapito in pieno centro a Mosca, perché – pare – caduto in disgrazia presso la corte di Kadyrov figlio. D’altra parte, sarebbe interessante seguire la scia di sangue lasciata dall’attuale presidente della Federazione russa, già a partire dalla sua prima elezione (a tal proposito, consiglio la lettura della biografia non autorizzata di Masha Gessen). Ma ancora più doveroso sarebbe indagare sulle modalità del primo tentativo di assassinio della Politkovskaja avvenuto mentre si stava recando in Ossezia settentrionale, durante la famigerata presa in ostaggio della Scuola n. 1 a Beslan nel settembre del 2004…”.


Stay tuned
-Infinito edizioni-

venerdì 6 giugno 2014

Lancio prevendita Viaggiare in Palestina tra tablet, muri, Bibbia e Corano, di Giovanni Verga




In occasione dell'incontro tra papa Francesco, Shimon Peres e Abu Mazen a Roma, previsto per domenica 8 giugno, la casa editrice Infinito edizioni lancia la prevendita di un reportage sul secolare conflitto tra israeliani e palestinese. Un racconto in presa diretta, con le testimonianze di chi in quei luoghi ci vive.

Il capo della Chiesa di Roma e il patriarca Bartolomeo, alla guida della Chiesa di Costantinopoli, pregheranno insieme ai due presidenti d'Israele e Palestina alle ore 19, probabilmente attorniati dallo splendore dei Giardini Vaticani.

La speranza è quella di incentivare ulteriormente un accordo per porre fine alla guerra. 

Chi volesse unirsi all'iniziativa #unminutoperlapaz, diffusa su tutti i social network, alle 13 potrà interrompere ogni attività, dedicando quel momento alla pace in Medio Oriente.



giovedì 5 giugno 2014

Raise your voice, not the sea level

Oggi, 5 giugno, è la Giornata Mondiale dell'Ambiente! Istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unito dal 1975, questa ricorrenza deve farci riflettere su come stiamo trattando il nostro pianeta.
Il 2014 è l'anno dedicato agli Stati insulari che rischiano di scomparire a causa dell'innalzamento del livello delle acque.
Non a caso il motto della Giornata è "Raise your voice, not the sea level", ovvero "Alza la tua voce, non il livello del mare".

Sebbene spesso ci passi di mente, tutti siamo strettamente legati all'ambiente e alla natura in cui viviamo. Proprio per questo dobbiamo imparare a rispettarlo, inquinando di meno, facendo la raccolta differenziata e persino mangiando in maniera più sana e con meno sprechi.

In questi giorni, inoltre, siamo spettatori davanti all'orrendo palcoscenico di tangenti riguardanti il Mose, il sistema progettato proprio per salvare la città di Venezia dalle inondazioni. Siamo riusciti ad aggravare una situazione già a rischio di per sé.

Non ci facciamo mai mancare nulla.

Stay tuned

-Infinito edizioni-

mercoledì 4 giugno 2014

Srebrenica, 19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Stefania Sarallo/Confronti

«Adesso vi portiamo in un posto speciale». Con questa promessa, complici e visibilmente orgogliose delle bellezze del nostro Paese, ci dirigemmo verso il colle  Aventino in compagnia delle nostre amiche bosniache della Cooperativa Potočnica*, S. e N. La primavera era alle porte, ma aveva da poco piovuto e un venticello fresco trasportava,  insieme all’odore inebriante della terra bagnata, l’intenso profumo degli aranci in fiori. Quando Roma si aprì imponente sotto di noi, i loro sguardi si accesero. L’emozione prese il sopravvento e fu facile anche per loro lasciarsi travolgere dall’entusiasmo. Fu un roteare di risate contagiose e un po’ “bambine”. Nicoletta si sbracciava, desiderosa di mostrare loro tutto ciò che lo sguardo era in grado di afferrare. Fu a quel punto che, inaspettatamente, S. incupita in volto disse: «È tutto così bello qui, ma quando verrete in Bosnia noi potremo mostrarvi solo pietre e le tombe dei nostri cari… ». Non è così, cara amica. Il tuo Paese ha molto da mostrare non solo a noi, ma al mondo intero: il coraggio con il quale continuate a r-esistere e a fare Memoria, la solidarietà che vuole andare oltre quei confini definiti a tavolino, il lavoro attraverso il quale la terra martoriata tornerà fertile. Ciò che state coltivando oggi darà frutti ai vostri figli e nipoti. Continuiamo insieme a lavorare e a credere che quel futuro sarà possibile.

* Potočnica è il nome di una cooperativa agricola femminile che ha sede a Potočari, la frazione di Srebrenica dove sorge il Memoriale delle vittime del genocidio dell’11 luglio 1995. In bosniaco Potočnica denomina una pianta, il Myosotis, in italiano il “nontiscordardime”


Stefania Sarallo
Confronti