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giovedì 25 maggio 2017

26 maggio 2011, l’arresto di Ratko Mladic

Venerdì 26 maggio ricorre il sesto anniversario dell’arresto di Ratko Mladić, generale e capo di stato maggiore dell’esercito dell’autoproclamata Repubblica Serba di Bosnia (Rs) durante la guerra del 1992-1995. Mladić era stato fermato dopo 16 anni di latitanza nel villaggio di Lazarevo, nel nord della Serbia e, nonostante fosse ricercato dal Tribunale per i crimini di guerra nell'ex-Jugoslavia (Tpi) con le accuse di genocidio, crimini contro l'umanità, violazione delle leggi di guerra durante l'assedio di Sarajevo e per il genocidio di Srebrenica, godeva della protezione e persino della pensione militare da parte dello Stato serbo.

Il processo di primo grado presso il Tpi è ancora in corso e si attende la sentenza entro la fine di quest’anno. Le ultime notizie riferiscono che i legali di Mladić hanno presentato un ricorso contro il rifiuto opposto dai giudici del Tpi alla richiesta di rilasciare temporaneamente l'ex generale serbo-bosniaco per consentirgli di andare a curarsi in Russia. I giudici avevano motivato la loro decisione con il fatto che, nonostante le garanzie e le assicurazioni delle autorità di Mosca, non vi sia certezza sul ritorno di Mladić. Inoltre, avevano argomentato, l'ex generale può contare su cure adeguate nel carcere del Tpi a Scheveningen, dove è detenuto.
Sul tema segnaliamo tra i tanti libri di Luca Leone sulla Bosnia Erzegovina i due dedicati al genocidio di Srebrenica: “
Srebrenica. I giorni della vergogna” e “Srebrenica. La giustizia negata”.

Giornata mondiale dell’Africa

Il 25 maggio, su iniziativa dell’Unione Africana (UA), si celebra la Giornata mondiale dell’Africa. La ricorrenza coincide con l’anniversario della fondazione dell’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA), avvenuta il 25 maggio del 1963, giorno in cui i leader di 30 dei 32 Stati indipendenti del continente firmarono lo statuto ad Addis Abeba (Etiopia). L’OUA è stata poi sostituita, nel 2002, dall’Unione Africana.
Vogliamo festeggiare questo compleanno ricordando la nuova arrivata nella nostra produzione, la collana Afriche.  

L’Africa, la culla dell’umanità, racchiude in sé tante diverse luci, ricchezze, possibilità e, allo stesso tempo, ombre, povertà estreme e grandi disparità. Afriche ci racconta le storie di donne e uomini di un continente unico, nei suoi mille colori, iniziando dal Burundi, con il libro di Maria Ollari, continuando con l’approfondimento sul Burkina Faso di Marco Bello ed Enrico Casale, proseguendo con l’avventurosa vita di Valeria Degl’Innocenti e con l’autobiografia di Amadou Kane per terminare, appena arrivato in libreria, con il nuovo lavoro di Daniele Zanon che, questa volta insieme a Daniele Gobbin, ci porta in Congo.

sabato 20 maggio 2017

Višegrad, 25 anni fa iniziava l’inferno da Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio, il nuovo libro di Luca Leone

Il 19 maggio 1992 il Corpo di Ušice viene richiamato oltre confine. Il lavoro che era stato chiamato a svolgere era completato. Ma nessuno, almeno tra i musulmani locali, poteva aspettarsi l’epilogo che racconte­remo nelle pagine che seguono.
Dopo la partenza del Corpo di Ušice, il primo atto formale compiuto in loco è la proclamazione della Municipalità serba di Višegrad a opera dei maggiorenti del Partito democratico serbo cittadino – davvero demo­cratico, nel nome… Un vero colpo di mano politico, con l’estromissione immediata dei non-serbi da qualsiasi ruolo. Non c’è neppure il tempo di capire che cosa stia realmente succedendo. Le forze paramilitari presenti in loco, guidate dai cugini Milan e Sredoje Lukić, la polizia e comuni cittadini trasformatisi in persecutori lanciano una campagna di pulizia etnica senza quartiere ai danni dei non-serbi. Non dei soli musulmani-bosniaci, per quanto la maggior parte delle vittime sarà annoverata tra questi ultimi. Non passa giorno in cui villaggi non siano attaccati; in cui a Višegrad e nei dintorni uomini, donne e bambini non siano vittime delle peggiori violenze, fino alla morte. Torture, stupri di donne e bam­bine, violenze sessuali di gruppo, saccheggio, minacce, sparizioni forza­te, deportazioni, esecuzioni sommarie, omicidi di massa, roghi di esseri umani rappresentano la quotidianità fino a tutta l’estate e la “normalità” fino almeno all’inizio di ottobre del 1994.
Višegrad diventa l’inferno in terra.

Višegrad si trasforma nella prima attuazione sul campo della pulizia etnica.

giovedì 18 maggio 2017

Cyberbullismo, la Camera approva la legge di contrasto al fenomeno

Cyberbullismo, da oggi c’è una definizione giuridica del fenomeno. L’approvazione da parte di Palazzo Madama della proposta di legge della senatrice Elena Ferrara definisce il cyberbullismo come  ogni forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, manipolazione, acquisizione o trattamento illecito di dati personali realizzata per via telematica in danno di minori. Ancora si definisce cyberbullismo la diffusione di contenuti online (anche relativi a un familiare) al preciso scopo di isolare il minore mediante un serio abuso, un attacco dannoso o la messa in ridicolo. La proposta Ferrara prevede che il minore sopra i 14 anni vittima di cyberbullismo (o anche il genitore) può chiedere al gestore del sito internet o del social media o al titolare del trattamento di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete. Se non si provvede entro 48 ore, l’interessato può rivolgersi al Garante della privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore. Dalla definizione di gestore, che è il fornitore di contenuti su internet, sono comunque esclusi gli access provider, i cache provider e i motori di ricerca. 
Il documento continua con l’istituzione in ogni istituto tra i professori di un referente per le iniziative contro il cyberbullismo. Al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo informatico e attivare adeguate azioni educative. L’obbligo di informazione è circoscritto ai casi che non costituiscono reato. Più in generale, il Miur ha il compito di predisporre linee di orientamento di prevenzione e contrasto puntando, tra l’altro, sulla formazione del personale scolastico, la promozione di un ruolo attivo degli studenti e la previsione di misure di sostegno e rieducazione dei minori coinvolti, mentre ai singoli istituti è demandata l’educazione alla legalità e all’uso consapevole di internet. Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e associazioni territoriali. 
Infine, in caso di ingiuria, diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati personali via web, fino a quando non vi sia una querela o denuncia il cyberbullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Insieme al minore sarà convocato anche un genitore. Gli effetti dell’ammonimento cessano al compimento della maggiore età. 

Sul tema segnaliamo LA PREPOTENZA INVISIBILE di Luciano Garofano e Lorenzo Puglisi.