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domenica 8 marzo 2015

#8marzoxché: ne parliamo con Matteo Gamba di Vanity Fair

Oggi, nel giorno della Festa della Donna, riflettiamo su #8marzoxché insieme a Matteo Gamba, giornalista, vicecaporedattore di Vanity Fair e creatore del blog dal titolo Diario di Adamo, uno spazio dedicato a tematiche importanti come stalking e violenza. Per Infinito edizioni ha firmato l’introduzione del nuovo libro di Rossella Diaz Non succederà mai più. Donne e uomini nel tunnel della violenza, a breve in tutte le librerie. Il testo è un’inchiesta sul campo che non solo dà la parola alle donne abusate e alle loro strazianti storie di vita, ma anche agli uomini violenti, per capire quale molla scatta nella mente di chi compie un simile atto. Magari promettendo a se stessi che “non succederà mai più”. Appunto.
Di seguito le domande per #8marzoxché con le risposte di Matteo Gamba. Buona lettura e buona riflessione a tutti, donne e uomini, “Eve e Adami”.
L’8 marzo è la Giornata Internazionale della donna, ufficializzata dall’Onu nel 1977 come data simbolo per rendere omaggio alle lotte e ai sacrifici della donne che, dall’inizio del 1900, e ancora oggi, lottano per avere pari diritti e per opporsi strenuamente a discriminazioni e violenza. Ha ancora senso, nel 2015, festeggiare la festa della donna, oppure è un’arma a doppio taglio?

Eccome, se ha senso. Per i milioni di donne picchiate e violentate: mica per forza da estranei, la gran parte delle volte il boia è l’uomo che hanno sposato e amato; mica per forza in mondi lontani, basta voler ascoltare, a volte, cosa accade dietro la porta accanto in un condominio. Per quelle che in posti vicini e lontani non hanno i diritti più elementari, dal voto all’istruzione, dal guidare una macchina al farsi curare. Non parliamo poi di voler scegliere chi amare o vivere libere la propria sessualità (senza mutilazioni, magari). Perché anche dove una simil-parità sembra raggiunta, comunque vada, nei posti chiave di donne se ne vedono poche (e, quando ci sono, le raccontiamo pure come un caso eccezionale di emancipazione…). Soldi? Le donne guadagnano sempre meno degli uomini, in media, perché donne. Sono solo esempi sparsi, come in un flusso di coscienza. Credo siano già abbastanza, per ricordarci che molto, moltissimo c’è ancora da fare per sperare di avvicinarci a una parità di diritti. Nessuno tocchi la Festa della Donna, allora. E basta pure prendere in giro le tavolate di donne a cena per l’8 marzo. Sono belle, festose e caciarone, esattamente come devono essere. O i diritti si difendono solo con lacrime e teorie e non nei fatti, anche con allegria?

Come si può evitare che le donne, soprattutto le ragazze giovani, identifichino l’8 marzo con la mimosa e non con il vero significato della festa? 

Premessa: sono un femminista-allergico (al polline) e non un misogino. Però è vero che la Festa della donna la passo quasi sempre a starnutire. Sarà per questo che lancio un appello a noi uomini che facciamo i regali: meno mimose, più libri. Tema obbligatorio: i diritti delle donne. Vale tutto, senza steccati: da Volevo i pantaloni a Madame Bovary, dai Monologhi della vagina a Thelma e Louise. Che, magari, pure noi uomini, giovani e non, sgraffignando quei libri, impariamo o ripassiamo qualcosa. Magari, proprio la sera dell’8 marzo. Da soli o dopo aver nutrito, cullato e addormentato i bambini, mentre le nostre donne sono fuori a festeggiarsi tra loro, una volta tanto. (Matteo Gamba, vicecaporedattore Vanity Fair, autore del celebre blog Diario di Adamo).