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martedì 14 aprile 2015

“Non succederà mai più”, successo per la prima a Formigine

Ieri sera, presso la Biblioteca Comunale di Formigine, ha avuto luogo una grande prima presentazione del nuovo libro di Rossella Diaz Non succederà mai più. Donne e uomini nel tunnel della violenza.
È lunedì sera, alle 21. Domani si lavora, la sala è piena: bisogna aggiungere le sedie, tanto da creare un unicum tra pubblico, l'autrice e gli importanti relatori che si sono succeduti durante l'evento. 




Primo fra tutti Marco Ligabue, il cantautore emiliano che ha arricchito il libro con una prefazione poetica, delicata e allo stesso tempo incisiva e toccante. Ieri ha ricordato a tutti che "Rossella, nel suo libro, parla di cose non facili da dire. Pensiamo sempre che le cose che sentiamo in giro non capitino a noi, che non ci riguardino. Non è così. Pensavamo che la mafia fosse solo al Sud, invece, purtroppo, è un problema che riguarda tutti da vicino, anche al Nord" afferma il cantautore di Correggio, che ha da poco inciso un singolo di denuncia sociale proprio contro la criminalità organizzata, dal titolo Il silenzio è dolo. Elisa Tirabassi, giornalista della Gazzetta di Modena, moderatrice dell'incontro, interroga Ligabue sull'importanza della sua musica per un pubblico giovane. I ragazzi sono sensibili a queste tematiche sociali? "Sì e sono contento di essere qui e che ci siano così tanti giovani oggi" afferma il cantautore felice della forte partecipazione di ragazzi in sala, tra cui anche una classe delle superiori. "Era più facile per tutti stare sul divano a guardare la televisione – continua Marco – invece siamo tutti qui a parlare di un argomento così importante. È il segno più bello".
"Volevo capire." dice Rossella spiegando il senso della sua indagine sul campo, in prima fila, contro la violenza sulle donne. "Volevo guardare negli occhi chi alza le mani e chiedere perché. Perché tu picchi la tua compagna? Sono stata nelle pochissime case rifugio per uomini maltrattanti in Italia. Loro si sono aperti, mi hanno raccontato cosa succede nella loro mente". L'autrice ha dedicato nel suo libro un intero capitolo proprio alle storie di questi uomini. Si respira audacia e coraggio, sia dalla parte di chi scrive, sia da parte di chi racconta. Un'esperienza unica, importante.
Tra i relatori anche presenze istituzionali, come Roberta Mori, Presidente Commissione regionale per la promozione di condizioni di piena parità tra uomini e donne e Antonietta Vastola, Assessore alle pari opportunità del Comune di Formigine. Mori e Vastola hanno ricordato come si sta muovendo la politica dopo la legge 119/2013 contro il femminicidio. Un punto di partenza, più che una vera e propria conquista. "La cosa più importante è lavorare soprattutto a livello culturale, questo è il vero cambiamento su cui porre l'accento" afferma la Presidente. "Al termine della serata distribuiremo un dépliant con tutti i numeri e i centri da contattare in caso di maltrattamenti," spiega l'assessore. Il titolo che si legge sul foglio è  "La violenza ha molti volti. Impara a riconoscerli". Questa frase si sposa perfettamente con la pesante denuncia di Rossella. "Il 95% dei maltrattamenti sono perpetrati da persone che la vittima conosce. Il compagno, il marito, il padre. La violenza ha le chiavi di casa".
D'accordo con la presidente Mori sulla prevenzione attraverso la cultura la docente di scienze sociali Francesca Testa, che però critica gli ostacoli che lo stesso sistema scolastico mette sul percorso: "Ho chiesto di fare informazione, di chiamare i Centri di accoglienza e le associazioni per fare incontri con gli studenti. Molte volte mi è stato risposto: 'No professoressa, è pericoloso'".
In conclusione, l’esperienza di Paola Fanti, psicologa e psicoterapeuta che spiega al pubblico intervenuto i traumi, soprattutto psicologici, che colpiscono ferocemente chi è vittima di violenza. Una donna ce la può fare da sola? "No", risponde la dottoressa "una donna non può farcela e non deve essere lasciata da sola. Deve essere seguita e aiutata".
La presentazione si è conclusa nel migliore dei modi, con tante domande da parte del pubblico e dai ragazzi presenti, partecipi e interessati a un tema sociale così importante e che colpisce da vicino. Anche sui social network c’è stato movimento e partecipazione. Chi non era presente ha potuto partecipare con un retweet o un “Mi piace” leggendo i post pubblicati sul web da chi era in sala.

"Dobbiamo davvero impegnarci tutti a fare qualcosa," conclude l'autrice "affinché questa frase, 'Non succederà mai più' diventi davvero realtà".