Ieri sera, presso la Biblioteca
Comunale di Formigine, ha avuto luogo una grande prima presentazione del nuovo
libro di Rossella Diaz Non succederà mai
più. Donne e uomini nel tunnel della violenza.
È lunedì sera, alle 21. Domani
si lavora, la sala è piena: bisogna aggiungere le sedie, tanto da creare un unicum tra pubblico, l'autrice e gli
importanti relatori che si sono succeduti durante l'evento.
Primo fra tutti Marco Ligabue,
il cantautore emiliano che ha arricchito il libro con una prefazione poetica,
delicata e allo stesso tempo incisiva e toccante. Ieri ha ricordato a tutti che
"Rossella, nel suo libro, parla di cose non facili da dire. Pensiamo
sempre che le cose che sentiamo in giro non capitino a noi, che non ci
riguardino. Non è così. Pensavamo che la mafia fosse solo al Sud, invece,
purtroppo, è un problema che riguarda tutti da vicino, anche al Nord"
afferma il cantautore di Correggio, che ha da poco inciso un singolo di
denuncia sociale proprio contro la criminalità organizzata, dal titolo Il silenzio è dolo. Elisa Tirabassi, giornalista
della Gazzetta di Modena, moderatrice
dell'incontro, interroga Ligabue sull'importanza della sua musica per un
pubblico giovane. I ragazzi sono sensibili a queste tematiche sociali? "Sì
e sono contento di essere qui e che ci siano così tanti giovani oggi"
afferma il cantautore felice della forte partecipazione di ragazzi in sala, tra
cui anche una classe delle superiori. "Era più facile per tutti stare sul
divano a guardare la televisione – continua Marco – invece siamo tutti qui a
parlare di un argomento così importante. È il segno più bello".
"Volevo capire." dice
Rossella spiegando il senso della sua indagine sul campo, in prima fila, contro
la violenza sulle donne. "Volevo guardare negli occhi chi alza le mani e
chiedere perché. Perché tu picchi la tua compagna? Sono stata nelle pochissime
case rifugio per uomini maltrattanti in Italia. Loro si sono aperti, mi hanno
raccontato cosa succede nella loro mente". L'autrice ha dedicato nel suo
libro un intero capitolo proprio alle storie di questi uomini. Si respira
audacia e coraggio, sia dalla parte di chi scrive, sia da parte di chi
racconta. Un'esperienza unica, importante.
Tra i relatori anche presenze
istituzionali, come Roberta Mori, Presidente Commissione regionale per la
promozione di condizioni di piena parità tra uomini e donne e Antonietta
Vastola, Assessore alle pari opportunità del Comune di Formigine. Mori e
Vastola hanno ricordato come si sta muovendo la politica dopo la legge 119/2013
contro il femminicidio. Un punto di partenza, più che una vera e propria
conquista. "La cosa più importante è lavorare soprattutto a livello
culturale, questo è il vero cambiamento su cui porre l'accento" afferma la
Presidente. "Al termine della serata distribuiremo un dépliant con tutti i numeri e i centri da contattare in caso di
maltrattamenti," spiega l'assessore. Il titolo che si legge sul foglio è "La violenza ha molti volti. Impara a
riconoscerli". Questa frase si sposa perfettamente con la pesante denuncia
di Rossella. "Il 95% dei maltrattamenti sono perpetrati da persone che la
vittima conosce. Il compagno, il marito, il padre. La violenza ha le chiavi di
casa".
D'accordo con la presidente
Mori sulla prevenzione attraverso la cultura la docente di scienze sociali
Francesca Testa, che però critica gli ostacoli che lo stesso sistema scolastico
mette sul percorso: "Ho chiesto di fare informazione, di chiamare i Centri
di accoglienza e le associazioni per fare incontri con gli studenti. Molte
volte mi è stato risposto: 'No professoressa, è pericoloso'".
In conclusione, l’esperienza di
Paola Fanti, psicologa e psicoterapeuta che spiega al pubblico intervenuto i
traumi, soprattutto psicologici, che colpiscono ferocemente chi è vittima di
violenza. Una donna ce la può fare da sola? "No", risponde la
dottoressa "una donna non può farcela e non deve essere lasciata da sola.
Deve essere seguita e aiutata".
La presentazione si è conclusa
nel migliore dei modi, con tante domande da parte del pubblico e dai ragazzi
presenti, partecipi e interessati a un tema sociale così importante e che
colpisce da vicino. Anche sui social
network c’è stato movimento e partecipazione. Chi non era presente ha
potuto partecipare con un retweet o
un “Mi piace” leggendo i post
pubblicati sul web da chi era in sala.
"Dobbiamo davvero
impegnarci tutti a fare qualcosa," conclude l'autrice "affinché
questa frase, 'Non succederà mai più' diventi davvero realtà".