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sabato 2 luglio 2016

Slovenia, i fatti del 2 luglio 1991

2 luglio – Un giorno disastroso per la Jna. La colonna di carri armati, inviata per liberare il reparto bloccato vicino a Krško, si ritrova sotto attacco di unità slovene, che la costringono alla resa. La Teritorialna slovena attacca con successo le varie dogane, facendo prigionieri un buon numero di soldati federali. Duri combattimenti a Fernetti, il più importante valico tra Italia e Slovenia: non ci sono vittime. Negli scontri tra To slovena e Jna sono coin­volti camionisti stranieri di passaggio.
Un MiG supera il muro del suono sulla verticale di Lubiana, la contrae­rea spara. In realtà non vi è nessun attacco, ma i giornali di tutto il mondo titolano Allarme aereo a Lubiana: esempio di simulazione di guerra a fini mediatici. Altri carri armati entrano in Slovenia, provenendo dalla Croazia. Prove di forza dei carri federali all’uscita dalle caserme croate.

Alle 21,00, il presidente sloveno annuncia un cessate-il-fuoco unilaterale, respinto dal comando della Jna, che giura di “riprendere il controllo” e di “abbattere la resistenza” slovena. La Jna non accetta la sconfitta sul campo. Il generale Adžić, serbo, un “falco”, tenta un colpo di coda e, scavalcando il Presidium, dichiara: “L’Armata federale si ritiene in stato di guerra”, accu­sando di alto tradimento i dirigenti sloveni, meritevoli di una punizione: “Staneremo dai loro nascondigli quelli che spingono la Slovenia contro la Jugo­slavia”. Lo sloveno Kolšek è destituito per “incapacità”. I soldati federali in partenza per la Slovenia sono salutati con giubilo dalla popolazione serba, le donne offrono acqua, le ragazze mandano baci. Solo l’arrivo di osservatori internazionali potrebbe garantire una tregua.