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martedì 6 marzo 2012

“Niente uccide come la fame”, il primo obiettivo del libro “Il diritto di cambiare” di ActionAid dedicato alla Giustizia Sociale


Pubblichiamo un breve estratto del libro di ActionAid dedicato alla Giustizia Sociale dal titolo “Il diritto di cambiare


Tre cose s’imparano in fretta, appena venuti al mondo: respirare, piangere e mangiare. E se è vero che la relazione con il cibo la si instaura in modo pressoché automatico, altrettanto immediato dovrebbe essere il riconoscere che la giustizia non può prescindere dal garantire a ogni essere vivente il diritto ad alimentarsi. Invece a soffrire la fame, secondo dati delle Nazioni Unite del 2010, sono 925 milioni di persone. Di questi, 578 si trovano in Asia, 276 in Africa, 53 in America Latina e circa una ventina nei Paesi del cosiddetto Nord del mondo. Niente uccide più della mancanza di cibo, non le guerre, non le malattie, non le catastrofi come terremoti o alluvioni. La fame non è conseguenza di calamità naturali o di produzione insufficiente di cibo; è la conseguenza della mancanza di scelte o di scelte sbagliate, è il prodotto di politiche inaccettabili.
La fame sarebbe un problema relativamente facile da risolvere: secondo la Fao, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e lo sviluppo agricolo, 40 miliardi di dollari l’anno sarebbero sufficienti per garantire a ogni essere umano un’alimentazione adeguata. (...)
Certo, la mancanza di fondi destinati allo sviluppo agricolo non è l’unica causa. Vi è il fatto che gli alimenti sono oggetto di speculazione finanziaria; il cambiamento climatico che danneggia le piantagioni; un sistema di commercio che fa sì, ad esempio, che chi coltiva caffè, il prodotto che si vende di più al mondo dopo il petrolio, sia di solito estremamente povero. La fame, infine, è dovuta al fatto che tante donne e tanti uomini non possiedono risorse sufficienti. Queste risorse possono essere economiche, perché le persone non guadagnano a sufficienza per comprarsi da mangiare, ma il più delle volte la risorsa cruciale che viene a mancare è la terra o, meglio, la possibilità di godere dei frutti della terra. Uno dei paradossi della fame, infatti, è che la maggioranza di chi la soffre vive circondato da terreni da cui però non può trarre quanto necessario per la sussistenza, perché gli è proibito accedervi.

Per ulteriori informazioni Infinito edizioni: 06/93162414
Maria Cecilia Castagna: 320/3524918