Pubblichiamo
un breve estratto del libro di ActionAid dedicato alla Giustizia Sociale dal
titolo “Il
diritto di cambiare”
Tre cose
s’imparano in fretta, appena venuti al mondo: respirare, piangere e mangiare. E
se è vero che la relazione con il cibo la si instaura in modo pressoché
automatico, altrettanto immediato dovrebbe essere il riconoscere che la
giustizia non può prescindere dal garantire a ogni essere vivente il diritto ad
alimentarsi. Invece a soffrire la fame, secondo dati delle Nazioni Unite del
2010, sono 925 milioni di persone. Di questi, 578 si trovano in Asia, 276 in Africa,
53 in America Latina e circa una ventina nei Paesi del cosiddetto Nord del
mondo. Niente uccide più della mancanza di cibo, non le guerre, non le
malattie, non le catastrofi come terremoti o alluvioni. La fame non è conseguenza
di calamità naturali o di produzione insufficiente di cibo; è la conseguenza
della mancanza di scelte o di scelte sbagliate, è il prodotto di politiche
inaccettabili.
La fame
sarebbe un problema relativamente facile da risolvere: secondo la Fao,
l’agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e lo sviluppo agricolo, 40
miliardi di dollari l’anno sarebbero sufficienti per garantire a ogni essere umano
un’alimentazione adeguata. (...)
Certo,
la mancanza di fondi destinati allo sviluppo agricolo non è l’unica causa. Vi è
il fatto che gli alimenti sono oggetto di speculazione finanziaria; il
cambiamento climatico che danneggia le piantagioni; un sistema di commercio che
fa sì, ad esempio, che chi coltiva caffè, il prodotto che si vende di più al
mondo dopo il petrolio, sia di solito estremamente povero. La fame, infine, è
dovuta al fatto che tante donne e tanti uomini non possiedono risorse sufficienti.
Queste risorse possono essere economiche, perché le persone non guadagnano a
sufficienza per comprarsi da mangiare, ma il più delle volte la risorsa
cruciale che viene a mancare è la terra o, meglio, la possibilità di godere dei
frutti della terra. Uno dei paradossi della fame, infatti, è che la maggioranza
di chi la soffre vive circondato da terreni da cui però non può trarre quanto
necessario per la sussistenza, perché gli è proibito accedervi.
Per ulteriori informazioni
Infinito edizioni: 06/93162414
Maria Cecilia Castagna: 320/3524918