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giovedì 14 maggio 2015

Passione bici per il Giro d'Italia? Ecco come si salva il mondo su due ruote!

Più di 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame o sono gravemente malnutrite. La fame è una delle motivazioni più forti nell’emigrazione, da oggi al centro dell’attenzione a livello europeo con l’attivazione dell’Agenda dell’Unione europea per la gestione dell’immigrazione. Un piano che si basa sull’accoglienza dei migranti in tutti gli Stati dell’Unione e sul rafforzamento di Frontex, Triton e Poseidon. Nell’originale La bicicletta che salverà il mondo. La lotta alla fame raccontata a cavallo di un sellino Daniele Scaglione propone alcune strategie. Ne riportiamo qui sotto una, tra le più curiose.

“Mi è venuta un’idea per salvare il mondo, o almeno per sfamarlo. Per prima cosa, mi serve una nuova bicicletta, una bicicletta straordinaria. Sarà tutta in fibra di carbonio, ruote incluse, e avrà il cambio elettronico. Peserà pochissimo e al tempo stesso sarà solidissima, perché devo poterci andare dappertutto. Anzi, non dappertutto, devo andare dove la gente muore di fame e certo lì non ci sono strade tanto belle. Sarà superaccessoriata, la mia nuova bici. Avrà una webcam HD e un computer di bordo per registrare tutto, avrò un satellitare per scrivere su twitter in ogni momento, per raccontare quello che vedo e spiegare perché la gente crepa di fame.
Ma la prima cosa che devo comprare è il contachilometri. Me ne serve uno da collegare al computer di bordo così che possa avere sempre i dati aggiornati e precisi sulla strada che faccio e le persone che salvo. Sì, perché via via che farò chilometri, il numero di affamati scenderà, secondo un meccanismo molto semplice. Nel documento che ho scaricato dal sito della Fao c’è scritto che cinquecentosettantotto milioni di affamati stanno in Asia, duecentosettantasei milioni in Africa, cinquantatré milioni nell’America del Sud. Allora io prendo la mia bicicletta, la carico sull’aereo e vado in Asia, precisamente a Calcutta, e da Calcutta pedalo sino a Pechino. Google Maps dice che da Calcutta a Pechino ci sono tremiladuecentocinquantanove chilometri. Sai quanta gente affamata incontro per la strada? Direi almeno dieci milioni, e io racconterò le loro storie, le racconterò tutte. Le farò arrivare in tutto il mondo, e il mondo non potrà stare a guardare. Sarà costretto a intervenire. E così, le salverò. Salverò dieci milioni di persone, in una pedalata di tremiladuecentocinquantanove chilometri. Sono tremila persone salvate ogni chilometro. Poi andrò in Africa e farò Città del Capo-Zanzibar: tremilasettecentonovanta chilometri. Vuoi che non li incontro dieci-venti milioni di affamati? Stesso meccanismo: le loro storie andranno in tutto il mondo, e il mondo, vedendosele davanti al naso, non potrà stare senza far niente.
Il mio contachilometri raccoglierà questi dati, giorno per giorno: chilometri pedalati, persone sfamate; chilometri macinati, gente salvata. A conti fatti risolverei tutto facendo circa trecentotrentamila chilometri. Sì, sono un po’ tanti. Ma mica devo farli tutti io. Io farò vedere che quest’idea funziona e altri poi potranno fare come me. Ad esempio potrebbero farlo proprio i colleghi di Elizabeth, quelli della Fao. Ho letto che sono più di tremilacinquecento. Diciamo che cinquecento in bici non ci vanno, ne restano però tremila e se ognuno di loro farà quello che voglio fare io, con circa diecimila chilometri
a testa si cancella la fame dal mondo. A me non sembra una cosa impossibile.
C’è solo un problema, ma so già come risolverlo. Una bici come quella che mi serve non la vendono nei negozi. Quindi devo disegnarla io, mettere giù il progetto per bene poi con papà e mamma andiamo a farcela fare da Collalti. È il meglio ciclista di Roma, vuoi che non sia capace di costruirla? E quando arriverà, le dirò: «Elisabbè, ho trovato un modo per cancellare la fame dal mondo. La vedi questa bici? Adesso ti spiego...».”

Il testo sopra riportato può essere liberamente usato dai colleghi della stampa citando la fonte ©Infinito edizioni 2015.

Per informazioni, Infinito edizioni: 059/573079
Maria Cecilia Castagna: 331/2182322

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