Domenica
24 maggio ricorre il centenario dell’ingresso italiano nella prima guerra
mondiale. Abbiamo chiesto un ricordo a Daniele Nardi e Dario Ricci, autori di La migliore gioventù. Vita, trincee e morte degli sportivi italiani nella
Grande Guerra
In
molti partirono per quella guerra credendo ancora ai miti futuristi. E con la
convinzione che quel conflitto sarebbe stato breve e vittorioso; i più, in
quelle trincee vi entrarono senza capire il perché né conoscere nulla della
Patria che pure erano chiamati a difendere. E alcuni, infine, sull'altare di
quel conflitto feroce e assurdo, sacrificarono insieme alla vita anche le loro
legittime ambizioni di una carriera da sportivi. Era il 24 maggio del 1915
quando l'Italia entrò ufficialmente nel primo conflitto mondiale. Quel giorno
le squadre della nostra serie A erano in campo, pronte a giocare la giornata di
campionato. Non se ne fece nulla, perché iniziava quel pomeriggio un gioco
ancor più grande, una partita ben più feroce e sanguinosa. Del resto, pallone e
trincea erano andati a braccetto fin da subito: ben due battaglioni
dell'esercito inglese furono formati esclusivamente da calciatori, e sono
documentati diversi assalti verso le trincee nemiche partiti con un calcio a un
cuoio da football, insieme al folle grido: "Forza ragazzi, andiamo a
riprenderci il nostro pallone!!". Idea che ben raramente trovò d'accordo
le mitragliatrici tedesche.
Un'intera
generazione di sportivi sacrificò ambizioni, carriera e, spesso, vita nella più
insensata delle guerre. A un secolo dal conflitto, abbiamo voluto rendere
omaggio a chi, campione celebrato o semplice sportsman, difese l'onore patrio sia sul campo di gara che su
quello di battaglia. Lo abbiamo fatto in due modi: ingrandendo al microscopio
quelle righe della biografia di uno sportivo che sono di solito dedicate a
tutto ciò che non sono medaglie, vittorie, trionfi; e prendendo lo zaino, gli
scarponi e la piccozza e andando a visitare i luoghi e le montagne dove, in
Italia, quella guerra si combatté. Un trekking della memoria lungo il quale
abbiamo incontrato soldati-campioni come Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari, lo
schermidore Nedo Nadi, il grande canottiere Giuseppe Senigallia, il capitano
dell'Inter e della Nazionale Virgilio Fossati, i fondatori di Hurra' Juventus, bollettino che nasce
proprio con il conflitto, per tenere in collegamento gli juventini al fronte
con quelli rimasti a Torino. Parabole e destini che fanno parte della nostra
storia di Italiani e appassionati di sport. Destini e parabole che, dopo un
secolo, sopravvivono all'oblio è ancora oggi ci raccontano l'epopea de "La migliore gioventù".
Daniele Nardi
Dario Ricci
Per
informazioni, Infinito edizioni: 059/573079
Maria Cecilia Castagna: 331/2182322
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Infinito edizioni srl – via Mariano 6 – 41043 Formigine (MO) – 059/573079
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