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martedì 19 maggio 2015

1915-2015: la migliore gioventù italiana alla Grande Guerra

Domenica 24 maggio ricorre il centenario dell’ingresso italiano nella prima guerra mondiale. Abbiamo chiesto un ricordo a Daniele Nardi e Dario Ricci, autori di La migliore gioventù. Vita, trincee e morte degli sportivi italiani nella Grande Guerra

In molti partirono per quella guerra credendo ancora ai miti futuristi. E con la convinzione che quel conflitto sarebbe stato breve e vittorioso; i più, in quelle trincee vi entrarono senza capire il perché né conoscere nulla della Patria che pure erano chiamati a difendere. E alcuni, infine, sull'altare di quel conflitto feroce e assurdo, sacrificarono insieme alla vita anche le loro legittime ambizioni di una carriera da sportivi. Era il 24 maggio del 1915 quando l'Italia entrò ufficialmente nel primo conflitto mondiale. Quel giorno le squadre della nostra serie A erano in campo, pronte a giocare la giornata di campionato. Non se ne fece nulla, perché iniziava quel pomeriggio un gioco ancor più grande, una partita ben più feroce e sanguinosa. Del resto, pallone e trincea erano andati a braccetto fin da subito: ben due battaglioni dell'esercito inglese furono formati esclusivamente da calciatori, e sono documentati diversi assalti verso le trincee nemiche partiti con un calcio a un cuoio da football, insieme al folle grido: "Forza ragazzi, andiamo a riprenderci il nostro pallone!!". Idea che ben raramente trovò d'accordo le mitragliatrici tedesche.
Un'intera generazione di sportivi sacrificò ambizioni, carriera e, spesso, vita nella più insensata delle guerre. A un secolo dal conflitto, abbiamo voluto rendere omaggio a chi, campione celebrato o semplice sportsman, difese l'onore patrio sia sul campo di gara che su quello di battaglia. Lo abbiamo fatto in due modi: ingrandendo al microscopio quelle righe della biografia di uno sportivo che sono di solito dedicate a tutto ciò che non sono medaglie, vittorie, trionfi; e prendendo lo zaino, gli scarponi e la piccozza e andando a visitare i luoghi e le montagne dove, in Italia, quella guerra si combatté. Un trekking della memoria lungo il quale abbiamo incontrato soldati-campioni come Enzo Ferrari, Tazio Nuvolari, lo schermidore Nedo Nadi, il grande canottiere Giuseppe Senigallia, il capitano dell'Inter e della Nazionale Virgilio Fossati, i fondatori di Hurra' Juventus, bollettino che nasce proprio con il conflitto, per tenere in collegamento gli juventini al fronte con quelli rimasti a Torino. Parabole e destini che fanno parte della nostra storia di Italiani e appassionati di sport. Destini e parabole che, dopo un secolo, sopravvivono all'oblio è ancora oggi ci raccontano l'epopea de "La migliore gioventù".

Daniele Nardi
Dario Ricci

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Maria Cecilia Castagna: 331/2182322
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