"Il “panista” che ha mangiato un oceano (di pane)
Mia madre diceva sempre:
‘Renzo è panista, perché dopo ogni pasto io mi consolavo con il pane,
che non si chiamava così quand’io ero solo un bambino a Foggia, la mia città
d’origine sprofondata nel Tavoliere delle Puglie, un vero e proprio deposito di
grano all’aria aperta. Lì il pane si chiamava ‘filone’: ‘prendi il filone’,
‘compra il filone’, ‘mangia il filone’, ‘affetta il filone’, ‘dov’è finito il
filone?’… Sono frasi che mi riecheggiano ancora nella testa a distanza di tanti
anni!”.
Così esordisce il simpatico Renzo
Arbore nella sua chiaccherata sul pane con Giovanni Soldati, che è diventata
poi il libro dal titolo Pane al pane. Storie di farina, vino e amori con gli amici di una vita
“Un filone – continua Renzo, in forma
smagliante – aveva una forma corrispondente a un collage di otto
cetrioli di campagna, una scorza detta corteccia, durissima, e una prelibata
mollica con la quale i ragazzini preparavano anche delle temibili e micidiali
palline per disturbare i commensali adulti. Da noi convinti cultori del
filone, ‘l’altro pane’ – quello all’olio bolognese, la rosetta, la michetta, la
baguette – era visto come un nemico, un avversario da sconfiggere. Fino
a che non arrivò la fame… La Fame, con l’iniziale maiuscola, faceva pendant con
la guerra e naturalmente ci costrinse a mangiare il pane con la patata, il pane
con la crusca oppure il pane fatto solo con la crusca. Finita la guerra e
finito il pane, arrivò dall’America una materia biancastra morbidissima senza
scorza o corteccia, dal gusto piuttosto insapore, sciapa, ma supremamente
nuova: era il pane americano in cassetta, che mio padre mangiava con disgusto e
noi bambini moderni, invece, per la fame, con grande gusto. Sopra quelle fette
si adagiavano bene sia il burro sia lo zucchero e ci si appoggiava piuttosto
bene il formaggino di cioccolato (e chi se lo ricorda ha certamente più di
settant’anni…). E poi quel pane così nuovo e particolare somigliava di più a
una di quelle adorate cingomme, maniera nostrana per definire il chewin-gum,
la gomma da masticare.”
Questo ricordo, e molti altri, saranno
raccontati venerdì 29 maggio a Milano
nel corso della presentazione del libro che si terrà presso Eataly Smeraldo, (piazza XXV aprile 10) alle
18,00. Saranno presenti con l'autore Stefania Sandrelli, Oscar
Farinetti, Sandro Bottega e Angelo Caligaris.