(pag. 170, € 14,00)
di Elvira Mujčić
prefazione di Jasmina Tešanović
prefazione di Jasmina Tešanović
Ana, la
protagonista di questa vicenda, è un’adolescente moldova catapultata in Italia
che improvvisamente si rende conto di non sapersi esprimere totalmente né in
italiano né in moldavo.
“C’è un detto secondo cui un uomo
che parla due lingue vale due uomini. E quello che parla metà di una e metà di
un'altra, vale un uomo? O ne vale mezzo?”, si chiede Ana, un’adolescente moldova catapultata
in Italia, nel momento in cui si rende conto di non sapersi esprimere
totalmente né in italiano né in moldavo.
Protagonista
di questo libro è la lingua con il suo potere evocativo e al contempo
alienante; la lingua che accoglie e respinge. L’incapacità di esprimersi si
tramuta in difficoltà di esistere, ma con la possibilità di reinventarsi.
Ana vive
passo dopo passo il doloroso passaggio da una lingua all’altra, che non è un
semplice cambio di simboli e significati, ma è una ricerca emozionale tra le
ibridazioni dell’Io.
“Forse non parlare e non capire
una lingua è un po’ come perdere uno dei cinque sensi. O forse, più
probabilmente, è come perdere un pochino di ogni senso. Come se la realtà fosse
percepita solo a metà e il resto andasse perso nella confusione. Inoltre, il
mio non voler parlare era anche il mio non voler vivere qui, non volermi
interessare di nulla e lasciare che il mondo se ne andasse per i fatti suoi,
senza che io ne dovessi fare parte…”.
“Crescere
sradicati, in un altro Paese, alieno, in una lingua sconosciuta, più che
problemi umani provoca problemi sovrumani, extraterrestri.. Il dramma della
lingua, delle parole nascita e rinascita è antico quanto l’essere
umano. Domare la lingua è come cavalcare un cavallo selvaggio. È difficile per
tutti, ma ancor più per le donne, per le donne straniere, che scrivono nella
lingua non materna. Elvira è riuscita a farmi stringere il cuore, come ha fatto
Elsa Morante a darmi quell’energia extra: tutt’e due con il virus della parola
nomade, che si trasmette da una lingua all’altra. La lingua è contagiosa,
attenti, tutti voi che prendete in mano i libri di letteratura! Mordono!”.
(Jasmina Tešanović)
L’autrice
ELVIRA
MUJČIĆ è nata in Serbia nel 1980; è vissuta a Srebrenica, in Bosnia, fino al
1992, quando ha iniziato il suo girovagare per stabilirsi, infine, a Roma.
Laureata
in Lingue e letterature straniere, scrittrice e traduttrice letteraria, ha
scritto pezzi teatrali, saggi e reportage
per diverse riviste italiane.
Per i
tipi di Baldini, Castoldi & Dalai ha tradotto in italiano Il letto di Frida di Slavenka Drakulić. Con Infinito edizioni ha
pubblicato Al di là del caos (2007), E se Fuad avesse avuto la dinamite? (2009)
e l’e-book Sarajevo: la storia di un
piccolo tradimento (2011).
Per informazioni, Infinito edizioni: 06/93162414
Maria Cecilia Castagna: 320/3524918