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venerdì 27 febbraio 2015

#8marzoxché: l'opinione di Caterina Giso, giovanissima digital editor

#8marzoxché, riflettiamo sulla festa della donna con la nostra autrice, giovane digital editor Caterina Giso.

L’8 marzo è la Giornata internazionale della donna, ufficializzata dall’Onu nel 1977 come data simbolo per rendere omaggio alle lotte e ai sacrifici della donne che, dall’inizio del 1900, e ancora oggi, lottano per avere pari diritti e per opporsi strenuamente a discriminazioni e violenza. Ha ancora senso, nel 2015, festeggiare la festa della donna, oppure è un’arma a doppio taglio?

 “Se ha ancora senso festeggiare la festa della donna? Dipende proprio dal senso che vogliamo dare. È una questione di diritti o di non-violenza? O meglio ancora si tratta di entrambi? Perché allora la questione riguarda la quotidianità e il nostro modo di viverla. L'8 marzo ha il significato di un traguardo per la storia. Il punto però è che forse, superato il traguardo, ci siamo trovate di fronte un altro ostacolo che ha a che fare con i nostri tempi e con il nostro paese. Quante donne vengono picchiate ogni giorno? Quante muoiono per mano di un uomo? Abbiamo lottato per le pari opportunità, per ritrovarci con i tacchi alti a capo di un'azienda, e intanto il femminicidio è all'ordine del giorno? Ditemelo voi che senso ha festeggiare la festa della donna...”

Come si può evitare che le donne, soprattutto le ragazze giovani, identifichino l’8 marzo con la mimosa e non con il vero significato della festa?

“È colpa nostra: per noi Natale vuol dire regali, san Valentino vuol dire scatole di cioccolatini a forma di cuori... la festa della donna vuol dire mimosa. A quale festa diamo il suo significato reale? Quale festa non vuol dire "regalo". Ci piace sostituire il significato delle cose con le cose. Basterebbe eliminare le mimose, certo. Ditelo a un fiorista” (Caterina Giso, digital editor, autrice di Fare e leggere e-book).