(pag
142 € 12,00)
Prefazione
di Luciana Baroni
Introduzione
di Lorenzo Guadagnucci
“Il
protagonista di questo libro è il cibo vegetale, e i suoi aspetti simbolici,
filosofici e artistici. C’è quindi qualcosa in più di quello che comunemente si
trova nei testi divulgativi sull’argomento e questo aggiunge valore e rende il
testo una ricca, curiosa e distensiva lettura”. (Luciana Baroni)
Che cosa c’è nel nostro piatto?
Quanta crudeltà e violenza si cela dietro una frittata, un antipasto di mare,
una cotoletta…! L’uomo addomestica la natura per favorire lo sviluppo di alcune
piante a scapito di altre; con gli innesti modifica i frutti, grazie alla
concimazione stimola la pianta a produrre di più. Con il supporto della
tecnologia, della genetica e della chimica seleziona semi più resistenti e
prodotti più gradevoli alla vista. Gli allevamenti intensivi provocano sulla
terra un devastante impatto con la produzione di deiezioni, con l’elevato
consumo di cereali e acqua. Che cosa accadrà se non cambiamo tutto questo?
“Nessun animale, nemmeno quello
meglio trattato durante la sua esistenza nel migliore degli allevamenti
biologici, desidera morire di morte violenta: di fronte al mattatoio tutti gli
esseri senzienti – nessuno escluso – provano terrore e implorano soccorso. Non
esistono, in quel contesto, differenze di alcun tipo. La fiaba della fattoria
felice, con uomini e altri animali che convivono spensierati, è per l’appunto
una fiaba, priva di qualsiasi riscontro nella realtà, se l’epilogo è
l’uccisione per futili motivi di alcuni protagonisti della storia: e uccidere
animali per nutrirsi o vestirsi, al giorno d’oggi, è un motivo futile,
assolutamente non necessario”. (Lorenzo Guadagnucci)
“L'attitudine di chi aderisce alla
“filosofia” vegana, è l'apertura: apertura al mondo, agli altri esseri umani,
agli esseri viventi, alla natura che ci circonda. Apertura è il contrario
dell'arroccamento su tradizioni e abitudini che si finisce per assimilare senza
farsi domande; è il contrario dell'adesione conformista e irriflessiva ai
comportamenti della maggioranza; è una propensione a riconoscere nell'altro una
diversità preziosa, una soggettività con la quale confrontarsi, escludendo a
priori ogni possibilità di gerarchia e sopraffazione”. (Lorenzo Guadagnucci)
“Scegliere uno stile di vita vegan
nella pratica di tutti i giorni significa scegliere prodotti e servizi che non
hanno comportato l’uccisione o lo sfruttamento degli animali. Significa evitare
di partecipare a eventi, feste e altro basati sullo sfruttamento animale. Non
si deve pensare a una vita di rinunce, ma basata su scelte diverse e
consapevoli, grazie alle quali si scoprono nuove opportunità. Ci sono poi delle
conseguenze ‘indirette’ da non sottovalutare. Seguire uno stile di vita vegan
comporta un risparmio delle risorse della terra, significa inquinare meno,
significa più cibo per tutti. Tutte motivazioni importanti, anche se quella
fondamentale è non voler uccidere e sfruttare altri animali” (Dora Grieco)
L’autore
Giuseppe Coco, fisioterapista, appassionato di cucina, grazie
alla formazione in Medicina Tradizionale tibetana ha approfondito il rapporto
fra alimentazione vegana e salute.
In collaborazione con l’Accademia Internazionale per la
Medicina Tradizionale Tibetana (IATTM) tiene i corsi di Karse Rigpa (Dietetica
Tibetana).
Partecipa al primo gas vegano di Firenze (GasVegando) e con
alcuni amici cura la trasmissione radiofonica Restiamo Animali (www.controradio.it).
Ha scritto Il tesoro
della salute (Infinito edizioni, 2009) e, con Franco Battiato, Sowa Rigpa (Infinito edizioni, 2010).
Per informazioni, Infinito edizioni: 06/93162414
Maria Cecilia Castagna: 320/3524918