di Giuseppe Acconcia
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Milioni di egiziani hanno assistito lo scorso giovedì al primo
dibattito pre-elettorale nella storia del paese in vista delle presidenziali
del 23 e 24 maggio. Lo scontro tra Amr Moussa, ex Segretario della Lega araba,
e Abou el-Fotuh, ex esponente dei Fratelli musulmani, si è tenuto sugli schermi
del network indipendente Ontv. Hanno acceso il dibattito i giudizi reciproci
sul vecchio regime e il ruolo della religione nella nuova Costituzione. Moussa
viene accusato dai giovani rivoluzionari di aver taciuto per troppi anni la
repressione, come ministro degli esteri durante la presidenza Mubarak, mentre
Abou el-Fotuh di essere espressione dell’islamismo politico. Tuttavia, le quotazioni
di Fotuh crescono rispetto al candidato ufficiale di Libertà e giustizia,
Mohammed Mursi. Fotuh si è espresso per la fine del governo militare. Per le
sue posizioni sui temi dei diritti dei lavoratori e l’integrazione dei giovani
nel mercato del lavoro, attrae i voti anche di movimenti liberali e secolari.
Infine, esponenti di spicco del partito salafita al-Nour hanno dichiarato di
sostenerlo. Secondo gli ultimi sondaggi, guadagna invece consensi Ahmed Shafiq,
ultimo primo ministro nominato da Mubarak e appoggiato dai nostalgici del
Partito nazionale democratico. Fino alla scorsa
settimana, Shafiq ha dovuto fronteggiare vari ricorsi per la validità
della sua candidatura, che ora è ufficialmente confermata. Sono continuate per
tutta la settimana le marce di protesta contro gli arresti di centinaia di
attivisti in seguito agli scontri di Abbasseya che hanno
causato la morte di oltre dieci persone. Molte attiviste hanno denunciato di
aver subito assalti e violenze da parte delle forze di sicurezza.