Ora
il destino di Paraga è appeso a questioni procedurali e, qualora si decidesse
di considerare parte della condanna i 13 anni e quattro mesi già da lui scontati
in Bosnia e i due anni di carcerazione già affrontati in Italia dopo
l’estradizione dalla Germania, dove il criminale di guerra era stato arrestato,
l’uomo che diede l’ordine di giustiziare a sangue freddo gli innocenti
volontari italiani potrebbe presto tornare un libero cittadino. Soddisfazione è
stata espressa dal legale italiano di Paraga, mentre uno dei sopravvissuti
all’esecuzione, Agostino Zanotti, come sempre si è sforzato di trovare il lato
positivo nella condanna, seppur grandemente ridotta, esprimendo come sempre la
sua fiducia nella legge. Rimangono invece a oggi ancora a piede libero i
responsabili materiali dell’eccidio, uno dei quali sarebbe stato individuato ma
non arrestato.
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lunedì 2 ottobre 2017
La Corte d’Appello di Brescia “sconta” a vent’anni la condanna di Paraga
02/10/2017. Dopo
circa tre ore di camera di consiglio, la Corte d’Assise d’Appello del Tribunale
di Brescia ha pronunciato una condanna a vent’anni ai danni di Hanefija Prjić,
meglio noto come comandante Paraga, il leader
paramilitare che il 29 maggio 1993 dette l’ordine di uccidere a sangue freddo
sulla via che collega Gornji Vakuf con Travnik, la cosiddetta “strada dei
diamanti”, i tre volontari italiani Sergio Lana, Fabio Moreni e Guido Puletti.
Alla strage scamparono per miracolo, fuggendo disperatamente nei boschi, altri
due nostri connazionali, Agostino Zanotti e Christian Penocchio. Paraga era
stato condannato in primo grado all’ergastolo e la procura bresciana aveva chiesto
la conferma della condanna anche in appello.