Il 9 novembre del 1993, nel pieno della
guerra in Bosnia Erzegovina, venne distrutto, a opera dell’esercito
croato-bosniaco il ponte di Mostar.
Lo Stari Most, il Ponte vecchio, è un ponte del XVI secolo, simbolo della città di Mostar, in Bosnia Erzegovina, che attraversa il fiume Narenta per unire le due parti della città che esso divide. Il ponte ha una struttura particolare: è a schiena d'asino, è largo4 metri e lungo 30, e
domina il fiume da un'altezza di 24 metri . È protetto da due torri: Helebija a
nord est e Tara a sud ovest, chiamate mostari, "le custodi del
ponte". Invece che su fondamenta, l'arco del ponte poggia su due piedritti
calcarei collegati a muri lungo gli argini del fiume, per poi alzarsi di 12,02 metri .
Lo Stari Most, il Ponte vecchio, è un ponte del XVI secolo, simbolo della città di Mostar, in Bosnia Erzegovina, che attraversa il fiume Narenta per unire le due parti della città che esso divide. Il ponte ha una struttura particolare: è a schiena d'asino, è largo
Lo
Stari Most venne commissionato dal
sultano Solimano il Magnifico nel 1557 per sostituire un vecchio ponte sospeso
in legno. Il ponte in pietra venne ultimato nove anni dopo, nel 1567.
Della costruzione del ponte si sa poco o nulla, tutto ciò che resta si confonde nelle leggende locali; si conosce però il nome del costruttore, un certo Mimar Hayruddin, un discepolo del celebre architetto ottomano Sinan. Essendogli stato ordinato di costruire un ponte di dimensioni senza precedenti, pena la morte, egli si preparò per il suo funerale il giorno stesso in cui l'impalcatura veniva tolta dalla struttura appena completata. Alcune cose restano (e probabilmente resteranno per sempre) sconosciute, come per esempio il metodo utilizzato per erigere l'impalcatura (e come fece questa a rimanere in piedi per un periodo così lungo), oppure il metodo utilizzato per trasportare le pietre da una parte all'altra del fiume.
Della costruzione del ponte si sa poco o nulla, tutto ciò che resta si confonde nelle leggende locali; si conosce però il nome del costruttore, un certo Mimar Hayruddin, un discepolo del celebre architetto ottomano Sinan. Essendogli stato ordinato di costruire un ponte di dimensioni senza precedenti, pena la morte, egli si preparò per il suo funerale il giorno stesso in cui l'impalcatura veniva tolta dalla struttura appena completata. Alcune cose restano (e probabilmente resteranno per sempre) sconosciute, come per esempio il metodo utilizzato per erigere l'impalcatura (e come fece questa a rimanere in piedi per un periodo così lungo), oppure il metodo utilizzato per trasportare le pietre da una parte all'altra del fiume.
Si
ritiene comunemente che lo Stari Most
fosse il ponte a singolo arco più grande del suo tempo, il che lo rende uno dei
capolavori architettonici dell'umanità.
Il ponte, incluso
nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità, venne ricostruito sotto l'egida dell'Unesco
e i lavori sono terminati con l’apertura il 22 luglio del 2004, con cerimonie
basate sull'idea di una riconciliazione fra le comunità bosniache dopo gli
orrori della guerra, anche se il rancore e la diffidenza restano evidenti.
Ripercorriamo quei giorni grazie al lavoro del
nostro autore Bruno Maran in Dalla
Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti che ripercorre gli ultimi decenni della storia jugoslava, anno per anno,
giorno per giorno.
9 novembre – L’escalation della tensione tra
croati e musulmani raggiunge uno dei suoi apici: un carro armato dell’Hvo
croato abbatte a cannonate lo Stari most, il ponte di Mostar, immagine
della città. Cade uno degli ultimi simboli di unità per i Balcani. Lo Stari
most, commissionato da Solimano il Magnifico nel 1557 e costruito
dall’architetto Hajrudin Mimar, fu ultimato nel 974 del calendario islamico,
cioè tra il luglio 1566 e il luglio 1567: 55.000 civili musulmani restano
intrappolati. Un comandante dell’Hvo croato afferma: “È più importante il
dito mignolo di un mio soldato che tutti i ponti del mondo”.
Ivo Andrić aveva
scritto: “Le azioni si susseguivano, le generazioni sparivano rapidamente,
ma il ponte restava, immutabile, come l’acqua che scorreva sotto le sue
arcate”.
10 novembre –Tuđman, incontrando i suoi più stretti
collaboratori, si chiede: “Detto tra noi… in termini militari, chi ci
guadagna di più dalla distruzione…?”. Noi”, gli risponde il presidente
della Herceg-Bosna Boban.