Brutta sorpresa ieri mattina per il personale dell'ufficio di
Mosca di Amnesty International: i
locali risultavano sigillati ed è affisso un avviso di divieto d'ingresso,
firmato dalle autorità locali.
"Non sappiamo cosa abbia spinto le autorità di Mosca a impedire l'accesso al nostro ufficio. È stata una spiacevole sorpresa, della quale non avevamo ricevuto alcun preavviso" – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l'Europa in un comunicato diffuso dall’organizzazione.
"Considerato il clima in cui la società civile si trova a operare in Russia, ci sono diverse ragioni plausibili ma non possiamo anticipare alcuna conclusione. Stiamo cercando di risolvere questa situazione nel modo più rapido possibile e speriamo davvero che si tratti di una mera questione amministrativa. Da parte nostra, siamo certi al 100 per cento di aver assolto a tutti i nostri obblighi di locatari" – ha aggiunto Dalhuisen.
Il breve avviso affisso all'entrata dell'ufficio – che è concesso in affitto direttamente dalle autorità comunali – afferma che il locale è "di proprietà di una città della Federazione russa" e che nessuno può accedervi senza essere accompagnato da un funzionario comunale. Le serrature e il sistema d'allarme sono stati rimossi e la luce elettrica risulta tagliata.
Il personale di Amnesty International ha telefonato ai numeri riportati sull'avviso ma finora senza risultato. Si sta cercando di ottenere un incontro con le autorità comunali.
"Non sappiamo cosa abbia spinto le autorità di Mosca a impedire l'accesso al nostro ufficio. È stata una spiacevole sorpresa, della quale non avevamo ricevuto alcun preavviso" – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l'Europa in un comunicato diffuso dall’organizzazione.
"Considerato il clima in cui la società civile si trova a operare in Russia, ci sono diverse ragioni plausibili ma non possiamo anticipare alcuna conclusione. Stiamo cercando di risolvere questa situazione nel modo più rapido possibile e speriamo davvero che si tratti di una mera questione amministrativa. Da parte nostra, siamo certi al 100 per cento di aver assolto a tutti i nostri obblighi di locatari" – ha aggiunto Dalhuisen.
Il breve avviso affisso all'entrata dell'ufficio – che è concesso in affitto direttamente dalle autorità comunali – afferma che il locale è "di proprietà di una città della Federazione russa" e che nessuno può accedervi senza essere accompagnato da un funzionario comunale. Le serrature e il sistema d'allarme sono stati rimossi e la luce elettrica risulta tagliata.
Il personale di Amnesty International ha telefonato ai numeri riportati sull'avviso ma finora senza risultato. Si sta cercando di ottenere un incontro con le autorità comunali.
In questo clima risulta molto interessante la lettura delle
prime righe del Rapporto
2015.2016. La situazione dei Diritti
Umani nel mondo dedicato alla Russia,
che riportiamo qui sotto.
“Le libertà d’espressione e di riunione
pacifica sono rimaste gravemente limitate. Le autorità hanno dominato gli
organi d’informazione della carta stampata e radiotelevisivi e hanno
ulteriormente esteso il loro controllo su Internet. Le Ngo hanno subìto
ulteriori molestie e ritorsioni, secondo la legge sugli “agenti stranieri” e il
loro accesso a finanziamenti esteri è stato ulteriormente limitato da una nuova
legge che ha vietato le organizzazioni “indesiderabili”. Sempre più persone
sono state arrestate e accusate penalmente per aver criticato la politica
statale e mostrato pubblicamente o aver posseduto materiali ritenuti estremisti
o comunque illegali ai sensi delle generiche norme sulla sicurezza nazionale.
Quattro persone dovevano affrontare un procedimento secondo la legge del 2014,
che aveva reso reato le ripetute violazioni della legislazione sulle assemblee
pubbliche. Una serie di casi di alto profilo ha portato ulteriormente alla luce
le profonde carenze del sistema giudiziario; una nuova legge ha conferito alla
Corte costituzionale l’autorità di annullare le decisioni della Corte europea
dei diritti umani. I rifugiati hanno incontrato numerosi ostacoli nell’accesso
alla protezione internazionale. Gravi violazioni dei diritti umani hanno
continuato a verificarsi nel Caucaso del Nord e i difensori dei diritti umani
che le denunciavano hanno subìto vessazioni”.