Nei giorni
dell'anniversario del crac di Banca Etruria abbiamo chiesto ad Antonello
Cattani, uno degli autori del libro COSI' BANCHE E
FINANZA CI ROVINANO LA VITA, un commento sulla vicenda Banca Etruria,
che vi riportiamo qui sotto.
Ricorre
il primo anniversario del crac di Banca Etruria, Cassa Risparmio di Ferrara,
Cassa di Risparmio di Chieti e Banca delle Marche che ha causato perdite ai
risparmiatori italiani per centinaia di milioni di euro, in parte rimborsate
dallo Stato, ma solo in determinati casi e a certe condizioni di reddito.
Negli
Stati Uniti la data del 15 settembre, che ricorda il fallimento della
banca Lehman Brothers, è oggi un macabro
anniversario, stile Halloween, festeggiato dalle banche scampate per miracolo.
In
Italia non siamo arrivati a questo, ma dopo un anno la situazione è peggiorata.
Le banche europee sono un problema, le banche italiane sono il problema delle
banche europee, e Monte Paschi Siena (ma non solo) è il problema delle banche
italiane. Negli ultimi dodici mesi l’indice settoriale europeo delle banche ha
perso circa il 22%, quello italiano il 50% circa e Monte Paschi l’83% circa.
Nei
prossimi giorni i titolari di obbligazioni subordinate di Monte Paschi riceveranno
una letterina di questo tipo: “Caro cliente, ti ricordi quelle obbligazioni che
ti avevamo venduto, dicendoti che erano sicure? Bene adesso ti concediamo
l’imperdibile occasione di trasformarle in azioni della nostra banca. Sai,
abbiamo qualche problema e forse non avremo i soldi per rimborsartele nel 2018.
Naturalmente non sei obbligato a farlo, ma se non aderisci rischi di perdere
tutto”. Sarebbe come chiedere: “ Preferisci morire lentamente o con un colpo
secco?”
Il
problema riguarda oltre 4 miliardi di euro di obbligazioni, di cui la metà sono
detenute da piccoli risparmiatori, forse ignari dei rischi che stanno correndo.
La
storia ahimè si ripete, non solo a distanza di mesi, ma di secoli. Nel 1300
Firenze era il centro finanziario del mondo, dominato dai banchieri Bardi e
Peruzzi che erano già oltre il concetto di
“funzione sociale” di banca. Avevano infatti capito come per arricchirsi
occorresse finanziare il potente di turno – i Re dell’epoca – e ricevere in
cambio privilegi personali. Se poi il potente di turno non restituiva quanto
ricevuto, come spesso accadeva, non era un problema, tanto i soldi erano dei
risparmiatori … e i manager dell’epoca erano già spariti con il malloppo! I controlli della autorità? All’epoca non
esistevano, oggi neppure...
Se
ci pensiamo, tutto questo è di grande attualità.
Il
libro “Così banche e finanza ci rovinano la vita” è ricco di altri episodi storici
che dimostrano come in tutte le epoche l’eccesso di speculazione e di avidità
abbia portato all’arricchimento di pochi a danno dei piccoli risparmiatori.
Esiste una sola arma per difendersi, non è il fucile o la spranga: è
l’informazione.
I
risparmiatori dovrebbero seguire appositi corsi per evitare le trappole del
sistema finanziario. Costa tempo e fatica, ma non ci sono alternative: o
si aumenta la propria cultura finanziaria e potere
contrattuale o si rimane prigionieri
dell’inevitabile conflitto di interessi di banche e assicurazioni, continuando
a perdere soldi.
Di
Antonello Cattani