Srebrenica,
19 anni dopo – pensieri per l’anniversario: Stefania Sarallo/Confronti
«Adesso vi portiamo in un posto speciale».
Con questa promessa, complici e visibilmente orgogliose delle bellezze del
nostro Paese, ci dirigemmo verso il colle
Aventino in compagnia delle nostre amiche bosniache della Cooperativa Potočnica*, S. e N. La
primavera era alle porte, ma aveva da poco piovuto e un venticello fresco
trasportava, insieme all’odore
inebriante della terra bagnata, l’intenso profumo degli aranci in fiori. Quando
Roma si aprì imponente sotto di noi, i loro sguardi si accesero. L’emozione
prese il sopravvento e fu facile anche per loro lasciarsi travolgere
dall’entusiasmo. Fu un roteare di risate contagiose e un po’ “bambine”.
Nicoletta si sbracciava, desiderosa di mostrare loro tutto ciò che lo sguardo
era in grado di afferrare. Fu a quel punto che, inaspettatamente, S. incupita
in volto disse: «È tutto così bello qui, ma quando verrete in Bosnia noi
potremo mostrarvi solo pietre e le tombe dei nostri cari… ». Non è così, cara
amica. Il tuo Paese ha molto da mostrare non solo a noi, ma al mondo intero: il
coraggio con il quale continuate a r-esistere
e a fare Memoria, la solidarietà che vuole andare oltre quei confini definiti a
tavolino, il lavoro attraverso il quale la terra martoriata tornerà fertile.
Ciò che state coltivando oggi darà frutti ai vostri figli e nipoti. Continuiamo
insieme a lavorare e a credere che quel futuro sarà possibile.
* Potočnica è il nome di una cooperativa
agricola femminile che ha sede a Potočari, la frazione di Srebrenica dove sorge
il Memoriale delle vittime del genocidio dell’11 luglio 1995. In bosniaco
Potočnica denomina una pianta, il Myosotis, in italiano il “nontiscordardime”
Stefania
Sarallo
Confronti
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