Bois Caiman, 22
agosto 1791: il sacerdote vudù Boukman lancia la rivolta degli schiavi, che
porta alla nascita del primo Paese “nero” indipendente del mondo.
Port-au-Prince, 12 gennaio
2010: in 35 secondi un terremoto di magnitudo 7 devasta Haiti, causando un
numero elevatissimo di vittime. La natura negli anni successivi continua ad
accanirsi sull’isola di Hipaniola: nell’ottobre 2016, l’uragano Matthew, di categoria
cinque, provoca 603 vittime, delle quali 546 ad Haiti. Non basta ancora,
nel settembre 2017 un altro uragano, Irma, anch’esso di categoria cinque,
provoca effetti devastanti sull’intera area caraibica. Così, a Port-au-Prince, come
anche nelle aree più interne del Paese, i quasi undici milioni di haitiani vivono
una perenne crisi
umanitaria che rende il piccolo Paese il più povero delle
Americhe. I dati dicono che più della metà della popolazione vive con meno di 2,4 dollari al giorno e un quarto della
popolazione vive sotto la soglia di povertà estrema con solo 1,2 dollari al
giorno. I ripetuti disastri ambientali hanno messo in ginocchio il fragile sistema agricolo
nazionale; risulta difficile trovare il cibo per
l’alimentazione di base e metà della
popolazione non ha accesso all’acqua potabile. In queste
condizioni, tra emergenza abitativa, malnutrizione e carenza di pratiche
igieniche, un bambino su dieci non arriva a compiere 5 anni.
Marco Bello e Alessandro Demarchi in Haiti.
L’innocenza violata raccontano che cosa è rimasto dei movimenti
sociali nell’isola dopo il terremoto, evidenziando il pesante ruolo di
ingerenza e controllo che ha la comunità internazionale, particolarmente gli
Stati Uniti che sulla base del piano denominato
TPS (Temporary Protected Status, creato nel 1990) stanno
fornendo ospitalità straordinaria ai rifugiati ambientali fuggiti da Haiti.
Solo qualche settimana fa però l’amministrazione Trump ha
annunciato la fine del piano di protezione e, entro il 22 luglio 2019, il rimpatrio di quasi 60.000
haitiani attualmente residenti negli USA, adducendo che ad
Haiti non esistono più le gravi e straordinarie condizioni venutesi a creare
con il terremoto.