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giovedì 14 dicembre 2017

14 dicembre 1995, firmati a Parigi gli Accordi di Dayton

Il 14 dicembre 1995, a Parigi, venivano firmati gli Accordi di Dayton, formalizzati nell’Ohio (Usa) neanche un mese prima.
Gli Accordi mettevano fine formalmente (nella realtà, ad esempio, l’assedio di Sarajevo sarebbe durato fino al febbraio dell’anno dopo, giungendo al record assoluto di 1.445 giorni) al conflitto bosniaco-erzegovese del 1992-1995, lasciando un Paese devastato e rimandato strutturalmente indietro nel tempo di mezzo secolo, oltre a circa 104.000 morti sul terreno.
I numeri di quella guerra fanno paura e sarà bene ricordarne qualcuno, anche a beneficio dei tanti negazionisti e dei troppi nazionalisti ancora oggi intenti a disseminare odio e a girare il coltello nella piaga di un dopoguerra particolarmente doloroso e instabile. Oltre alle vittime, di cui sopra (il 68% circa delle quali appartenenti al gruppo musulmano-bosniaco, il 26% circa a quello serbo-bosniaco, poco più del 5% a quello croato-bosniaco, più un migliaio di “altri” a chiudere le statistiche dell’orrore), relativo alle vittime accertate di quella guerra, vanno senz’altro ricordati i 2,2 milioni circa di sfollati, gli 1,5 milioni di profughi che ancora oggi costituiscono in gran parte la diaspora bosniaca all’estero, i circa 16.000 desaparecidos e alcuni degli episodi più spaventosi, come i 10.701 morti del genocidio di Srebrenica, il ritorno dei campi di sterminio in Europa (ad esempio Omarska nei pressi di Prijedor), la pulizia etnica integrale di Višegrad e molti altri ancora.

Oggi, ventidue anni dopo, ancora molti idioti continuano a soffiare sulle braci ancora calde per far piombare di nuovo la Bosnia Erzegovina nell’incubo. Alle persone di buona volontà il compito di raccogliere e tramandare memoria per fare sì che non si ripeta di nuovo.