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lunedì 19 febbraio 2018

"L'invitato", il 21 incontro a Trieste

“Poco lontano da me, Kevin trascinava le transenne formando delle righe a zig zag sulla neve e Tom, immobile, si sbatteva la mano sulla fronte chiedendosi, senza alcun dubbio, se fossi pazzo. Ma io, speran­zoso romantico e idiota che ero, iniziai a calcare con i piedi sulla neve, in grande e cubitale, come una letterina di un bambino innamorato, la scritta meu amor. Mi pare ancora di vedere le facce incredule dei miei due amici che, insieme a quella del sottoscritto, erano di tanto in tanto abbagliate dai flash, fra sguardi dei curiosi e risa dei passanti. Alcuni di loro, per di più, avevano iniziato a guardare dal basso verso l’alto e rimasero immobili ad assistere alla scena, nell’attesa di scorgere la cor­teggiata. Nel frattempo, dal caffè e dal ristorante si vedevano ombre di persone accalcate alle vetrate per leggere l’enorme messaggio sulla neve circondato e protetto dalle transenne della Polizei. Ma, ahimè, com’è vero che tutti i momenti di gloria prima o poi debbono finire, ecco che il suono di una sirena si avvicinò repentinamente alla piazza, generan­do il fuggi fuggi della folla. Ricordo le luci blu che si riflettevano sui bianchi mucchi di neve spalati e accantonati sul muro di Santo Stefano e la corsa che facemmo giù dalle scale del metrò. Dietro di noi, con gran foga, tre berretti bianchi ci incalzavano gridando: «Halt! Halt!». Dall’alto della scala mobile vedemmo la carrozza pronta a riprendere la marcia in direzione di Simmering. La provvidenza volle, Dio solo sa come, che riuscimmo a salire con le porte quasi chiuse. Pochi istanti più tardi arrivarono i poliziotti battendo i pugni contro i finestrini, ma l’U-Bahn partì. E nel rimbombo delle grandi arcate sotterranee della fermata e dentro la carrozza, una voce automatica incisa su un disco indicò l’imminente partenza della carrozza, salutando la stazione di Santo Stefano. Zug fährt ab.”

Tre amici, quelli di sempre, Leo, Kevin e Tom, da Trieste, la loro città, si ritrovano a Vienna per realizzare il progetto di Tom, la creazione di una galleria dedicata alla Pop Art.
Leo – vero protagonista del libro – vive la capitale austriaca intensamente, passando dal ballo delle debuttanti a innamoramenti non corrisposti fino alla pesante caduta in disgrazia senza mai abbattersi, neanche dopo aver collezionati le peggiori gaffes.
Massimiliano Alberti in questo romanzo frizzante dipinge un disilluso affresco della nostra società in una Vienna che fa da cornice classica a uno stile… del tutto Pop.
Nell’atmosfera asburgica Leo mulina supponenza e insolenza come se fossero una spada. E pazienza se colpirà alla cieca: saccenti critici, arrampicatori sociali, giovani e belle donne abbacinate dal lusso, ma anche gli amici di sempre, fedeli maggiordomi, innocenti studentesse. Tutti fatti a fettine. A scatenare il giovane è un disagio interiore, l’inadeguatezza etnica del disprezzato italiener al cospetto dell’aristocrazia dell’aquila bicipite: illuminata ma irraggiungibile”. (Francesco De Filippo)

“Quello di Alberti è un romanzo quasi teatrale, un caleidoscopio di maschere esistenziali quotidiane sempre pronte a cadere ma che si rivelano, però, terribilmente reali. L’autore sa bene, e lo dimostra, come nascondere la verità e svelare la finzione” (The Leading Guy)

Mercoledì 21 febbraio, ore 18,00 - presso l’Antico Caffè San Marco - Trieste

Dialoga con l’autore Donatella Pohar
Letture a cura di Eva Tomat e Lorenzo Zuffi.

Il libro:
Titolo: L’invitato
Autore: Massimiliano Alberti
€ 14,00 – pag. 224