“Poco lontano da
me, Kevin trascinava le transenne formando delle righe a zig zag sulla neve e
Tom, immobile, si sbatteva la mano sulla fronte chiedendosi, senza alcun
dubbio, se fossi pazzo. Ma io, speranzoso romantico e idiota che ero, iniziai
a calcare con i piedi sulla neve, in grande e cubitale, come una letterina di
un bambino innamorato, la scritta meu amor. Mi pare ancora di vedere le
facce incredule dei miei due amici che, insieme a quella del sottoscritto,
erano di tanto in tanto abbagliate dai flash, fra sguardi dei curiosi e
risa dei passanti. Alcuni di loro, per di più, avevano iniziato a guardare dal
basso verso l’alto e rimasero immobili ad assistere alla scena, nell’attesa di
scorgere la corteggiata. Nel frattempo, dal caffè e dal ristorante si vedevano
ombre di persone accalcate alle vetrate per leggere l’enorme messaggio sulla
neve circondato e protetto dalle transenne della Polizei. Ma, ahimè,
com’è vero che tutti i momenti di gloria prima o poi debbono finire, ecco che
il suono di una sirena si avvicinò repentinamente alla piazza, generando il
fuggi fuggi della folla. Ricordo le luci blu che si riflettevano sui bianchi
mucchi di neve spalati e accantonati sul muro di Santo Stefano e la corsa che
facemmo giù dalle scale del metrò. Dietro di noi, con gran foga, tre berretti
bianchi ci incalzavano gridando: «Halt! Halt!». Dall’alto della scala
mobile vedemmo la carrozza pronta a riprendere la marcia in direzione di
Simmering. La provvidenza volle, Dio solo sa come, che riuscimmo a salire con
le porte quasi chiuse. Pochi istanti più tardi arrivarono i poliziotti battendo
i pugni contro i finestrini, ma l’U-Bahn partì. E nel rimbombo delle
grandi arcate sotterranee della fermata e dentro la carrozza, una voce
automatica incisa su un disco indicò l’imminente partenza della carrozza,
salutando la stazione di Santo Stefano. Zug fährt ab.”
Tre amici, quelli di sempre, Leo, Kevin e Tom, da Trieste, la loro città, si
ritrovano a Vienna per realizzare il progetto di Tom, la creazione di una
galleria dedicata alla Pop Art.
Leo –
vero protagonista del libro – vive la capitale austriaca intensamente, passando
dal ballo delle debuttanti a innamoramenti non corrisposti fino alla pesante
caduta in disgrazia senza mai abbattersi, neanche dopo aver collezionati le peggiori
gaffes.
Massimiliano Alberti in questo romanzo
frizzante dipinge un disilluso affresco della nostra società in una Vienna che
fa da cornice classica a uno stile… del
tutto Pop.
“Nell’atmosfera
asburgica Leo mulina supponenza e insolenza come se fossero una spada. E
pazienza se colpirà alla cieca: saccenti critici, arrampicatori sociali,
giovani e belle donne abbacinate dal lusso, ma anche gli amici di sempre,
fedeli maggiordomi, innocenti studentesse. Tutti fatti a fettine. A scatenare
il giovane è un disagio interiore, l’inadeguatezza etnica del disprezzato italiener al cospetto dell’aristocrazia
dell’aquila bicipite: illuminata ma irraggiungibile”. (Francesco De Filippo)
“Quello
di Alberti è un romanzo quasi teatrale, un caleidoscopio di maschere
esistenziali quotidiane sempre pronte a cadere ma che si rivelano, però,
terribilmente reali. L’autore sa bene, e lo dimostra, come nascondere la verità
e svelare la finzione” (The Leading Guy)
Mercoledì 21 febbraio, ore 18,00 - presso l’Antico Caffè San Marco - Trieste
Dialoga con l’autore Donatella Pohar
Letture a cura di Eva Tomat e Lorenzo Zuffi.
Il libro:
Titolo: L’invitato
Autore: Massimiliano Alberti
Titolo: L’invitato
Autore: Massimiliano Alberti
€
14,00 – pag. 224