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Iva
al 4% sugli e-book: cosa abbiamo conquistato
La commissione Bilancio
della Camera ha approvato la riduzione dell’Iva sugli e-book dal 22% al 4%. L’emendamento è stato fortemente voluto dal
ministro alla Cultura Dario Franceschini: con questo intervento, di fatto, e-book e cartacei saranno sullo stesso
livello. La legge di Stabilità per il 2015 approderà in Aula giovedì prossimo,
quindi non è ancora detta l’ultima parola, ma se tutto fosse confermato si
prospettano nuovi scenari culturali per il prossimo anno…oppure no?
Nessuno meglio di un
editore può chiarire la situazione a un lettore. Quindi gioco in casa e, dopo
aver letto la rassegna stampa sull’argomento e il popolo della rete inneggiante
vittoria, chiedo in concreto cosa significhi questo cambiamento a chi ogni
giorno mi insegna questo lavoro.
Quando si parla di tasse, Iva
e contabilità, non si può prescindere dalla professionalità ed esperienza di
Maria Cecilia Castagna, amministratore della casa editrice Infinito edizioni da
dieci anni.
Maria
Cecilia, per comprendere appieno cosa sia l’Iva posta su un prodotto come il
“libro”, possiamo riassumere i costi di produzione di un editore e come questo
si ripercuote sulle tasche dei fruitori?
Il prezzo di un e-book somma una serie di costi che
possono essere riassunti così: costo di produzione del file, dall’editing
all’impaginazione, alla grafica per arrivare alla generazione dell’e-book. Si deve calcolare il costo
dell’Isbn, il codice a barre univoco per ogni libri, che deve essere diverso
dalla versione cartacea, anche se l’e-book
è assolutamente identico. Si deve aggiungere la percentuale degli store e distributori online, i diritti d’autore, il costo
della promozione dell’e-book e l’Iva
sul prezzo di vendita.
Perché
l’Iva sugli e-book, a tutt’oggi, è al 22%?
Finora gli e-book hanno la tassazione Iva al 22%
perché non sono considerati come un libro in quanto tale, bensì sono equiparati
a un servizio, e seguono quindi la tassazione relativa a questo tipo di prestazione,
come fosse una consulenza a un professionista.
La
commissione Bilancio della Camera ha approvato la riduzione dell’Iva sugli e-book dal 22% al 4%. Cosa cambia riguardo la
funzione del prodotto e-book?
La notizia è positiva,
bisogna valutare attentamente una serie di aspetti. Il primo è che la
diminuzione dell’Iva sia mantenuta nel corso dell’esame della legge di
Stabilità in Parlamento. Se andrà in porto la misura partirà dal 2015. Ci si
potrebbe aspettare una diminuzione del prezzo degli e-book, ma se ragioniamo con i numeri i margini sono molto stretti:
un e-book in vendita a 4,99€ con l’Iva
al 22% passa a 4,09€ come importo netto, da cui togliere la percentuale degli store online e dei distributori e gli
altri costi. Se l’Iva scende al 4%, mantenendo fermo il prezzo di vendita,
l’importo netto diventa 4,79€. Rimane l’incognita delle percentuali degli store online e dei distributori che
possono aumentare, andando a erodere questa piccolissima fetta di possibile
guadagno. Quindi ci potrà essere un diminuzione del prezzo degli e-book, ma solo di pochissimo.
Per concludere, parliamo
con chi, ogni anno, produce tra i 30 e i 40 e-book,
Luca Leone, direttore editoriale di Infinito edizioni.
Luca,
sulla rete sono partite tante campagne di sensibilizzazione di recente. Da
#unlibroèunlibro, proposta dall’omonimo account Twitter, al Tw-contest
#leggoebbok, creato dal sito culturale Il momento di scrivere e dalla casa editrice che dirigi,
Infinito edizioni, che ha messo in palio per il commento più originale
l’epub di Fare e leggere e-book, libro ad hoc di Caterina Giso. Oggi
tutti celebrano a una grande conquista. Tu cosa pensi a riguardo? Credi che
questo possa essere una vera svolta per l’editoria?
Qualora la misura proposta dovesse diventare
norma, la riduzione dell’Iva sugli e-book dal 22 al 4 per cento sarebbe non
solo una buona notizia ma, in un Paese assurdo come l’Italia, una clamorosa e
rara, per quanto tardiva, dimostrazione di buon senso da parte della nostra
classe politica. Non è incredibile che lo stesso identico libro se cartaceo sia
considerato libro, se elettronico sia considerato servizio? Quindi, senz’altro
una piccola-grande conquista e una piccola dimostrazione di buon senso. Non
credo tuttavia si possa parlare di svolta, ma solo di un passetto in avanti.
Per poter parlare di svolta servirebbe una vera legge sull’editoria sul modello
francese, che superi finalmente l’inutile legge Levi, una vera e propria non
legge; servirebbe contrastare la crescente concentrazione di marchi editoriali
nelle mani di pochi; servirebbe poter fare un passo indietro negli anni, permettendo
agli editori di recuperare un po’ di potere contrattuale, completamente perso a
vantaggio di distributori e librerie; servirebbe poter avere – visto che siamo
obbligati a farli – degli studi di settore ad hoc per l’editoria e non più un
qualcosa di appiccicaticcio che, di fatto, ogni anno pone a rischio la nostra
congruità e ci espone a multe e patteggiamenti assurdi, manco fossimo dei
delinquenti; e servirebbe molto altro ancora. In ogni caso, vediamo intanto se
davvero approveranno la norma – cosa tutt’altro che certa. Poi speriamo che, un
po’ alla volta, qualche altro passo in avanti possa essere concretamente fatto.
La fiducia, lo ammetto, è poca. Ma a volte è bello potersi stupire in positivo.
Cosa decisamente rara, ultimamente, in Italia…
a cura di Elisabetta Falcioni
-Stay tuned-
Infinito edizioni