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venerdì 21 novembre 2014

E-book e Iva al 4% cosa abbiamo conquistato?

Pubblichiamo l'intervista integrale ai direttori di Infinito edizioni, Maria cecilia Castagna e Luca Leone, che da dieci anni fanno questo mestiere e possono spiegarci meglio cosa significa davvero la riduzione dell'Iva sugli e-book dal 22 al 4 per cento.

Segue l'articolo, che potete trovare anche sul nostro sito.

Iva al 4% sugli e-book: cosa abbiamo conquistato

La commissione Bilancio della Camera ha approvato la riduzione dell’Iva sugli e-book dal 22% al 4%. L’emendamento è stato fortemente voluto dal ministro alla Cultura Dario Franceschini: con questo intervento, di fatto, e-book e cartacei saranno sullo stesso livello. La legge di Stabilità per il 2015 approderà in Aula giovedì prossimo, quindi non è ancora detta l’ultima parola, ma se tutto fosse confermato si prospettano nuovi scenari culturali per il prossimo anno…oppure no?
Nessuno meglio di un editore può chiarire la situazione a un lettore. Quindi gioco in casa e, dopo aver letto la rassegna stampa sull’argomento e il popolo della rete inneggiante vittoria, chiedo in concreto cosa significhi questo cambiamento a chi ogni giorno mi insegna questo lavoro.
Quando si parla di tasse, Iva e contabilità, non si può prescindere dalla professionalità ed esperienza di Maria Cecilia Castagna, amministratore della casa editrice Infinito edizioni da dieci anni.
Maria Cecilia, per comprendere appieno cosa sia l’Iva posta su un prodotto come il “libro”, possiamo riassumere i costi di produzione di un editore e come questo si ripercuote sulle tasche dei fruitori?
Il prezzo di un e-book somma una serie di costi che possono essere riassunti così: costo di produzione del file, dall’editing all’impaginazione, alla grafica per arrivare alla generazione dell’e-book. Si deve calcolare il costo dell’Isbn, il codice a barre univoco per ogni libri, che deve essere diverso dalla versione cartacea, anche se l’e-book è assolutamente identico. Si deve aggiungere la percentuale degli store e distributori online, i diritti d’autore, il costo della promozione dell’e-book e l’Iva sul prezzo di vendita.
Perché l’Iva sugli e-book, a tutt’oggi, è al 22%?
Finora gli e-book hanno la tassazione Iva al 22% perché non sono considerati come un libro in quanto tale, bensì sono equiparati a un servizio, e seguono quindi la tassazione relativa a questo tipo di prestazione, come fosse una consulenza a un professionista.
La commissione Bilancio della Camera ha approvato la riduzione dell’Iva sugli e-book dal 22% al 4%. Cosa cambia riguardo la funzione del prodotto e-book?
La notizia è positiva, bisogna valutare attentamente una serie di aspetti. Il primo è che la diminuzione dell’Iva sia mantenuta nel corso dell’esame della legge di Stabilità in Parlamento. Se andrà in porto la misura partirà dal 2015. Ci si potrebbe aspettare una diminuzione del prezzo degli e-book, ma se ragioniamo con i numeri i margini sono molto stretti: un e-book in vendita a 4,99€ con l’Iva al 22% passa a 4,09€ come importo netto, da cui togliere la percentuale degli store online e dei distributori e gli altri costi. Se l’Iva scende al 4%, mantenendo fermo il prezzo di vendita, l’importo netto diventa 4,79€. Rimane l’incognita delle percentuali degli store online e dei distributori che possono aumentare, andando a erodere questa piccolissima fetta di possibile guadagno. Quindi ci potrà essere un diminuzione del prezzo degli e-book, ma solo di pochissimo.
Per concludere, parliamo con chi, ogni anno, produce tra i 30 e i 40 e-book, Luca Leone, direttore editoriale di Infinito edizioni.
Luca, sulla rete sono partite tante campagne di sensibilizzazione di recente. Da #unlibroèunlibro, proposta dall’omonimo account Twitter, al Tw-contest #leggoebbok, creato dal sito culturale Il momento di scrivere e dalla casa editrice che dirigi, Infinito edizioni, che ha messo in palio per il commento più originale  l’epub di Fare e leggere e-book, libro ad hoc di Caterina Giso. Oggi tutti celebrano a una grande conquista. Tu cosa pensi a riguardo? Credi che questo possa essere una vera svolta per l’editoria?

Qualora la misura proposta dovesse diventare norma, la riduzione dell’Iva sugli e-book dal 22 al 4 per cento sarebbe non solo una buona notizia ma, in un Paese assurdo come l’Italia, una clamorosa e rara, per quanto tardiva, dimostrazione di buon senso da parte della nostra classe politica. Non è incredibile che lo stesso identico libro se cartaceo sia considerato libro, se elettronico sia considerato servizio? Quindi, senz’altro una piccola-grande conquista e una piccola dimostrazione di buon senso. Non credo tuttavia si possa parlare di svolta, ma solo di un passetto in avanti. Per poter parlare di svolta servirebbe una vera legge sull’editoria sul modello francese, che superi finalmente l’inutile legge Levi, una vera e propria non legge; servirebbe contrastare la crescente concentrazione di marchi editoriali nelle mani di pochi; servirebbe poter fare un passo indietro negli anni, permettendo agli editori di recuperare un po’ di potere contrattuale, completamente perso a vantaggio di distributori e librerie; servirebbe poter avere – visto che siamo obbligati a farli – degli studi di settore ad hoc per l’editoria e non più un qualcosa di appiccicaticcio che, di fatto, ogni anno pone a rischio la nostra congruità e ci espone a multe e patteggiamenti assurdi, manco fossimo dei delinquenti; e servirebbe molto altro ancora. In ogni caso, vediamo intanto se davvero approveranno la norma – cosa tutt’altro che certa. Poi speriamo che, un po’ alla volta, qualche altro passo in avanti possa essere concretamente fatto. La fiducia, lo ammetto, è poca. Ma a volte è bello potersi stupire in positivo. Cosa decisamente rara, ultimamente, in Italia…

a cura di Elisabetta Falcioni

-Stay tuned-
Infinito edizioni