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martedì 13 maggio 2014

Il nostro mare è un mostro carnivoro

Arriva la primavera e la bella stagione. Immaginatevi cosa significhi questo per noi, per i nostri bambini.
Giornate calde, lunghe, luce fino a sera inoltrata. I prati ricoprono il loro manto verde di fiori profumati, così come gli alberi s'impreziosiscono di gemme naturali.
Guardiamo le guance rosee e paffutelle dei nostri bambini, che corrono e giocano felici, scalmanati, nei parchi. Il rischio massimo è di sentire qualche starnuto a causa delle allergie dei pollini.
Ma spostiamoci di qualche chilometri a sud dell'Italia, non pensiate che siano così tanti. Lampedusa è a poco più di 100 Km dalle coste africane. Per chi abita in Tunisia, Nigeria, Siria, Somalia, solo per citarne alcune, la bella stagione significa probabilmente la fine della vita. 
Significa mettere insieme una quantità esosa di denaro per imbarcare la propria famiglia in un viaggio della disperazione, senza sapere se la propria moglie, spesso incinta, o il proprio bambino potrà godere della felice primavera italiana. 

Le notizie di ieri ci parlano di un naufragio al largo di Lampedusa di un barcone carico di 400 migranti. Forse 200 le persone tratte in salvo. Tantissimi i cadaveri che continuano a nutrire il mostro marino. 


Abbiamo chiesto un commento a Fabio Sanfilippo e Alice Scialoja che hanno dedicato il loro impegno umano e professionale all’isola al centro del Mediterraneo:
 “7 maggio 2012 e 3 ottobre 2014, date simbolo che hanno cambiato la storia recente di Lampedusa. Due anni fa l’elezione a sindaco di Giusi Nicolini, paladina dei diritti, dell’ambiente e della legalità. Prende il posto di Dino De Rubeis il cui mandato – lo dicono le inchieste della magistratura – è stato caratterizzato da una gestione della cosa pubblica finalizzata al profitto per sé e per altri, costituendo in scala ridotta rispetto a quanto avvenuto a livello nazionale una cricca con la quale spartirsi i fondi destinati a finanziare le opere pubbliche. De Rubeis – sono ancora le inchieste a rivelarlo – non si faceva scrupolo di chiedere agli imprenditori mazzette e tangenti in cambio di favori. Con Giusi Nicolini la musica cambia: legalità è il leit motiv. E così dichiara guerra agli abusivi: da chi costruisce in spregio alle normative fino ai noleggiatori di ombrelloni e sdraio e ai venditori di bibite a ridosso delle rinomate spiagge dell’isola. Per il suo impegno riceve numerose minacce.
È dell’ottobre dello scorso anno la tragedia al largo dell’isola dei Conigli con il naufragio di un barcone carico di migranti eritrei: i morti saranno alla fine 368. Le tragedie in realtà sono due, perché l’11 ottobre – tra Lampedusa e Malta – naufraga un altro barcone questa volta carico di profughi siriani. Oltre 150 le vittime. Eravamo insieme a Lampedusa nei giorni successivi al naufragio e abbiamo partecipato alla nascita del 'Comitato 3 ottobre' promotore di una proposta di legge – ora in Parlamento – per l’istituzione il 3 ottobre di ogni anno della 'Giornata della memoria e dell’accoglienza'. I naufragi  riportano Lampedusa al centro delle cronache mondiali per la questione immigrazione a soli due anni dalla crisi che portò l’isola sull’orlo del collasso in seguito all’ondata migratoria dovuta alle rivoluzioni arabe. Cambia lo scenario – non più migranti economici ma profughi in fuga da guerre e dittature – ma non il sostrato, con una gestione dei flussi e del centro di accoglienza legato a meccanismi ben descritti nel volume A Lampedusa – Affari, malaffari, rivolta e sconfitta dell’isola che voleva diventare porta d’Europa. Il libro, inoltre, rivela al pubblico la figura di Giusi Nicolini – all’epoca direttrice della Riserva naturale e presidente del locale circolo di Legambiente – che anticipa quello che sarà poi il programma elettorale che la porterà a indossare la fascia tricolore di Sindaco”.