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lunedì 29 ottobre 2018

Nino Bibbia, la prima medaglia d’oro italiana nelle Olimpiadi invernali raccontata in “Oro Bianco”: seguite l’evento speciale a Skipass Modena il 4 novembre


“Il 3 febbraio 1948, con lo scudetto tricolore sul casco da gara, Nino Bibbia si presenta al via con la sua slitta per le prime tre di­scese. Il foehn, il vento caldo, rende impraticabile la parte alta della pista, la partenza viene quindi abbassata sotto la quarta curva e a fine giornata Bibbia è secondo, a pari me­rito con Heaton, a due decimi dal britannico Crammond (vincitore della seconda prova, mentre la prima era andata a Heaton e Nino si era imposto nella terza). Due giorni dopo, la partenza è anticipata alle 8,30 proprio per preser­vare al meglio il ghiaccio: si può gareggiare su tutti i 1.212 metri del circuito. Nella quarta discesa l’azzurro vola in 59”5 (nessun altro quel giorno scenderà sotto il minuto), e nella quinta e sesta prova mantiene il vantaggio in 1’00”2 e 1’00”3: è il trionfo, a 124 chilometri orari di media, con 1’’4 su John Heaton, che bissava così a 39 anni l’argento ottenuto vent’anni prima sempre in Svizzera alle spalle del fratello Jennison, mentre Crummond chiudeva di bronzo.
L’emozione per il successo è tanta che quasi Nino di­mentica di prendersi… la medaglia: è già sulla strada di casa quando il conte Bonacossa lo chiama dall’altoparlan­te: «La medaglia, Nino, la medaglia!». L’entusiasmo susci­tato dalla vittoria spinge i tecnici italiani a far partecipare Bibbia anche alle prove di bob, ma i risultati saranno de­cisamente diversi: sesto nel quattro con Ronchetti, Cam­pedese e Cavaliere, ottavo nel due con Campedese. Dopo i Giochi, Bibbia continuerà a correre, vincendo altre 230 gare sulla Cresta Run! Su quella stessa pista festeggerà il matrimonio con Rosa, una ragazza svizzera con cui avrà quattro figli, scendendo in coppia con il bob! Su quella pista farà correre anche l’Avvocato Gianni Agnelli, che pagherà tanto ardire con… la frattura di un mignolo. In occasione dei Giochi di Torino 2006, a Bibbia è stata in­titolata una curva della pista di bob, slittino e skeleton di Cesana-Pariol, poi dismessa. Fino agli ultimi anni di vita, ha trascorso le estati a Bianzone, coltivando prugne, more 41 e lamponi, prima di spegnersi nella “sua” St. Moritz a 91 anni, il 28 maggio 2013.
Per rivedere lo skeleton ai Giochi bisognerà aspettare il 2002; per ritrovare un azzurro in cima a quel podio, l’at­tesa è ancora più lunga, e continua tutt’oggi. Immediata e chiara, la percezione di chi visse quegli incredibili giorni a Sankt Moritz, di aver assistito all’apparizione della Co­meta di Halley del nostro sport: «Pochissimi sanno cos’è lo skeleton e quasi nessuno al di fuori di questo particolarissimo ambiente ovattato di neve e scintillante di ghiaccio – scrive De Martino su La Gazzetta dello Sport – lo ha visto. Ma il nome di Nino Bib­bia, un italiano che non rinnega la Patria, resterà segnato lo stesso a caratteri d’oro nella storia delle Olimpiadi d’inverno. E Svizzera e Italia, più che mai, si danno la mano».

Con questo brano, tratto dal libro a quattro mani dei giornalisti Gianmario Bonzi e Dario Ricci dal titolo Oro bianco. Tutti gli olimpionici invernali azzurri, abbiamo voluto ricordare la prima medaglia d’oro conquistata sulla neve, nel febbraio del 1948 a St. Moritz.

Gli appassionati di neve e ghiaccio non possono perdere l’incontro di domenica 4 novembre, a MODENA, nell’ambito di Skipass, la più importante manifestazione nazionale dedicata al Circo Bianco. A partire dalle 14,00 gli autori, insieme a Max Vergani della FISI, vi aspettano per una presentazione del libro insieme a un saluto e a un ricordo con alcuni campioni, tra cui ricordiamo Giuliano Razzoli, Nicole Gontier, Dietmar Noeckler, Marta Bassino, Emanuele Buzzi, Chiara Costazza e Irene Curtoni.