800 militari statunitensi al confine con il Messico. È la risposta del
presidente Donald Trump all'emergenza migrazione in America del Nord dal Centro
America. In realtà, le immagini di oltre 4.000 honduregni che premono sulle
frontiere a sud del Messico e lo schieramento dell'esercito di Washington sono
solo una più evidente visualizzazione di un fenomeno costante da anni.
Anche di questo si parla nel libro Messico in bilico di Fausta Speranza,
che affronta non solo l'annosa questione del Muro tra territorio statunitense e
messicano, ma rivela anche la realtà del confine a sud, tra Messico e
Guatemala, come nei brani che riportiamo qui.
“L’immagine è molto diversa da quella del muro che divide il Messico
dagli Stati Uniti, dove le tecnologie di sicurezza dominano: dal tradizionale
filo spinato, ai droni, ai sensori. Il confine meridionale del Messico è invece
segnato da una natura selvaggia, popolato da fiumi e montagne immerse nella
foresta. (…) Sono in migliaia i centroamericani che ogni giorno attraversano la
frontiera che separa il Guatemala dal Messico: circa 400.000 all’anno secondo
le stime delle organizzazioni della società civile messicana. La Commissione
interamericana per i diritti umani (Cidh) spiega che è difficilissimo fornire
dati sui migranti desaparecidos perché
una buona parte non verrà mai reclamata da nessuno. In realtà, i migranti dal
Centroamerica vorrebbero solo transitare in Messico. Una popolazione che sfugge
alla pandemia di violenza seminata dalle bande criminali nei loro Paesi
d’origine del Centro America. (…)
Alcuni tratti sono costruiti in cemento e filo spinato, altri sono fatti di soldati, violenza, burocrazia, disinformazione. I rinnovati piani del governo messicano per il confine meridionale stanno rendendo molto più difficile per migranti centramericani viaggiare nel Paese. Anche in Messico arrestano i trafficanti e con loro anche i migranti indocumentados, sin papeles, quindi illegali, clandestini. Al sud come al nord vale solo che sei un sin nombre, un senza nome. Qualcuno, nelle conversazioni molto libere avute con persone semplici, nelle più disparate occasioni in varie parti del Paese, c’ha detto: «Tante volte noi messicani siamo anche più cattivi su questa frontiera al sud di quanto siano altri lungo la frontiera a nord». (…)
Alcuni tratti sono costruiti in cemento e filo spinato, altri sono fatti di soldati, violenza, burocrazia, disinformazione. I rinnovati piani del governo messicano per il confine meridionale stanno rendendo molto più difficile per migranti centramericani viaggiare nel Paese. Anche in Messico arrestano i trafficanti e con loro anche i migranti indocumentados, sin papeles, quindi illegali, clandestini. Al sud come al nord vale solo che sei un sin nombre, un senza nome. Qualcuno, nelle conversazioni molto libere avute con persone semplici, nelle più disparate occasioni in varie parti del Paese, c’ha detto: «Tante volte noi messicani siamo anche più cattivi su questa frontiera al sud di quanto siano altri lungo la frontiera a nord». (…)
I migranti di solito impiegavano nove giorni per attraversare il
Messico da sud a nord; di recente hanno cominciato a impiegarci un mese. In
quel tragitto allungato, tra divieti e controlli, raggiri e sotterfugi, i reati
contro i migranti sono aumentati: furti, aggressioni di tipo sessuale, omicidi,
vero e proprio traffico di esseri umani. Usano i taser che fanno uso
dell’elettricità per paralizzare i movimenti del soggetto colpito facendone
contrarre i muscoli; chiedono bustarelle e picchiano coloro che si rifiutano di
cedere denaro...”
Si parla molto di passaggio di migranti ma non si possono dimenticare
tutti gli altri traffici:
"Secondo dati dell’Onu, in un anno sono state
intercettate almeno 90 tonnellate di cocaina sulla rotta tra Colombia,
Messico e Stati Uniti. Inoltre, aumenta il traffico di anfetamine: in
Messico si assemblano pasticche con sostanze prodotte a basso costo in
Cina: il 90 per cento delle pillole che entrano negli Stati Uniti sono
fatte in Messico. In un anno, nella filiera, ne sono state sequestrate 100
tonnellate.
Per quanto
riguarda le armi, secondo dati statunitensi, lungo la frontiera ci sono
almeno 12.000 punti di vendita di dispositivi di grosso calibro. Secondo
stime dell’Onu, in Messico circolano tra i 15 e i 18 milioni di armi in mano
alle organizzazioni criminali, mentre le armi illegali intercettate finora
dalla polizia messicana non superano le 18.000 unità.”