L’11
marzo del 1981 in Kosovo violente manifestazioni assumono carattere di vera e
propria rivolta popolare. Le manifestazioni – ricordate da Bruno Maran nel libro Dalla Jugoslavia alle Repubbliche indipendenti –
prendono alla sprovvista il governo centrale di
Belgrado, che tenta di minimizzare, specie con la stampa estera, poi passa al
contrattacco, gridando alla “controrivoluzione fomentata da nemici interni e
esterni”. Scatta la repressione con morti, feriti e decine di arresti. I
dati ufficiali parlano di nove morti tra i dimostranti e un poliziotto, 75
feriti e 55 arrestati, mentre gli albanesi del Kosovo dichiarano 160 morti e
250 feriti. Nei processi sono comminate pesanti condanne ai capi del movimento
di protesta. Viene abolita la Difesa territoriale del Kosovo.
C’era
una volta la Jugoslavia: dal Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, passando per il
Regno di Jugoslavia, alla tremenda guerra di liberazione dagli invasori
nazi-fascisti. Nacque nel 1947 la Repubblica socialista federativa di
Jugoslavia, guidata dal maresciallo Tito: uno Stato federale esistito fino al
1991, quando scoppia la guerra, che porta nell’Europa della fine del XX secolo
i crimini contro l’umanità, lo stupro etnico, il genocidio, l’urbicidio, la
fuga di milioni di profughi, per concludersi con una pace ingessata, cui è
seguita una guerra… “umanitaria”. Dalla Jugoslavia
alle Repubbliche indipendenti. Cronaca postuma di un’utopia assassinata e delle guerre
fratricide racconta la storia di quel Paese, anno per anno,
giorno per giorno. Un lavoro certosino di ricerca per realizzare un libro
fondamentale.