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venerdì 15 agosto 2014


"PAPARAZZI", il viaggio 
di papa Francesco 
in Corea del Sud

Alle ore 10.15 del 14 agosto (3.15 in Italia) Papa Francesco è atterrato a Seul, accolto con ogni onore dalla presidente Park Geun-Hye. Sorvolando la Cina ha mandato un telegramma di saluto e di pace al presidente cinese Xi Jinping: non c’è stata risposta al messaggio, per ora, ma è stato concesso al papa di sorvolare i cieli cinesi. È una “prima volta”, perché nel 1989, quando Papa Wojtyla andò in Repubblica di Corea, il governo di Pechino vietò il sorvolo all'aereo papale, che dovette percorrere quindi la rotta artica. Altra caratteristica esclusiva è che si tratta di una visita in Asia interamente dedicata ai giovani: Papa Francesco partecipa, infatti, alla Giornata della gioventù asiatica. Non è la prima volta, invece, che la Corea del Nord ha atteggiamenti bellici: razzi a corto raggio sono stati sparati da un lanciatore multiplo sistemato vicino a Wonsan, in Corea del Nord, e finiti nel mar del Giappone proprio mentre Papa Francesco atterrava all’aeroporto Incheon. Per razzi a corto raggio s’intende razzi una copertura, in questo caso, di 220 chilometri. La distanza tra Wonsan e Seul è di 206. Messaggio chiaro.
“Pace e riunificazione, il mondo è stanco della guerra” queste le prime parole del Santo Padre, che auspica una riconciliazione tra le due Coree, divise dal 25 giugno del 1950. Tanti tentativi e proposte di pace, ma la freddezza della Cina – sebbene con una piccola apertura – e l’assoluta ostilità del governo di Kim Jong-un, non lasciano sperare in una veloce e serena risoluzione dei conflitti interni asiatici.
Sulla Corea del Nord consigliamo la lettura del libro di Daniele Zanon dal titolo “Mass Games. Fuga dalla Corea del Nord”.