Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite ha indicato il 25 novembre come giorno per celebrare la Giornata
internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Questa data fu scelta da un gruppo di donne attiviste, riunitesi a Bogotà nel 1981 durante
l’Incontro femminista Latinoamericano e dei Carabi, per ricordare l’uccisione
delle sorelle
Mirabal, avvenuta il 25 novembre del 1960.
Quel giorno, Patria, Minerva e María Teresa
Mirabal andarono a fare visita ai mariti, rinchiusi nel carcere di Puerto Plata
poiché si erano ribellati contro il regime dominicano, capeggiato da Rafael Leónidas
Trujillo, dittatore che governò con il pugno di
ferro la Repubblica Dominicana per oltre trent’anni.
L'auto delle tre sorelle venne intercettata
e le donne vennero fatte scendere e condotte in un luogo nascosto nelle
vicinanze, dove furono torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate,
per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare
un incidente.
Dal 2005 anche in Italia associazioni come la
Casa delle donne e molte altre aderiscono alla commemorazione di questa
giornata e, negli ultimi anni, istituzioni internazionali ed enti importanti,
come Amnesty International fanno sentire il loro “no” alla violenza contro le
donne con centinaia di iniziative.
Secondo Un Women, l’agenzia Onu che si dedica al tema dei diritti femminili,
circa la metà degli omicidi di donne in ogni parte del mondo è perpetrata dal partner o
da un parente. I macro-dati sono spaventosi: circa 120 milioni di bambine nel
mondo sono state costrette a un rapporto sessuale o a un atto di natura sessuale; 200 milioni di donne e
bambine hanno subìto una mutilazione genitale. In Europa 62 milioni di donne
sono vittime di maltrattamenti, in America una donna ogni 15 secondi viene aggredita
(spesso dal coniuge), in Italia 6.743.000 donne hanno subìto abusi: sono alcuni dei dati
globali che spingono associazioni, personaggi pubblici, artisti e stilisti a
impegnarsi sul tema della violenza. La violenza è annidata in luoghi
inimmaginabili, è trasversale: colpisce bambine, donne fragili, ma anche donne
istruite e potenti. Secondo un’inchiesta del 2016, più di una donna su quattro
di Washington è stata molestata sui mezzi pubblici della città; in un’altra
ricerca, svolta in 27 atenei degli Stati Uniti, è emerso che il 23% delle studentesse del primo anno hanno subito un’aggressione sessuale; l’82% delle donne parlamentari che hanno partecipato a uno studio dell’Unione interparlamentare
in 39 Paesi nel mondo hanno ammesso di aver subìto una qualche forma di
violenza psicologica nel corso del loro mandato.
Consigli di lettura:
I
labirinti del male, di Luciano Garofano e
Rossella Diaz
Donne
che vorresti conoscere, di Emanuela
Zuccalà
Non
succederà mai più, di Rossella Diaz